Il regista ucraino Oleg Sentsov si è dichiarato "innocente" avanti a un tribunale militare russo a Rostov sul Don all'inizio del processo che lo vede accusato assieme all'attivista pro-Kiev Aleksandr Kolcenko di aver cercato di organizzare "atti di terrorismo" nella sua Crimea un paio di mesi dopo l'annessione della penisola da parte di Mosca. Non solo, dopo più di un anno dietro le sbarre, il 39enne di Simferopoli ha anche denunciato per bocca del suo avvocato di essere stato torturato per 24 ore in cella da agenti dei servizi di sicurezza russi (Fsb) che volevano strappargli una confessione, e non ha esitato a definire quello che lo vede nelle vesti di imputato un "caso politico e montato".
Sentsov è stato arrestato a Simferopoli nel maggio dell'anno scorso assieme ad altre tre persone e portato nel carcere Lefortovo di Mosca in un'operazione che la difesa ha descritto come un vero e proprio rapimento. La sua storia ha scosso il mondo del cinema, e nei mesi scorsi registi di fama mondiale come Andrzej Wajda, Pedro Almodovar, Krzysztof Zanussi e Ken Loach, ma anche Nikita Mikhalkov - che pure è considerato vicino al Cremlino - hanno espresso solidarietà al collega ucraino e hanno chiesto alle autorità russe di fare chiarezza su questa controversa vicenda.
Secondo i pm russi, il regista di "Gamer" era a capo di un gruppo di simpatizzanti del nuovo governo di Kiev in contatto con il gruppo di estrema destra 'Pravi Sektor', e avrebbe progettato di far esplodere due ordigni nella capitale della Crimea nelle prime ore del 9 maggio dell'anno scorso nonché di dare fuoco ad aprile alla sede del partito di Putin 'Russia unita' a Simferopoli e agli uffici dell'organizzazione 'Comunità russa della Crimea'. A tutto ciò si aggiunge il possesso illegale di armi e di materiale esplosivo. Si tratta di accuse pesanti, che potrebbero costargli fino a 20 anni di reclusione, ma che il regista respinge con fermezza: "Questa corte non la considero per niente una corte - ha tuonato oggi in aula -, per cui potete ritenere tutto quello che volete". Sentsov - ha quindi spiegato il legale intervenendo in sua difesa - "si sta rivolgendo ai rappresentanti del sistema giudiziario in modo un po' duro perché è stato a lungo in custodia. Inoltre il mio cliente ha dichiarato che rappresentanti dell'Fsb lo hanno torturato". Secondo il regista la matrice politica del processo è chiara. E la pensa così anche il governo ucraino che ha definito Sentsov un prigioniero politico e ne ha chiesto a Mosca l'immediata liberazione. Le accuse si basano principalmente sulle testimonianze delle altre due persone arrestate più di un anno fa assieme a Sentsov e Kolcenko: Ghennadi Afanasiev e Alexiei Cirni, entrambi già condannati a sette anni. Ma sulle presunte torture le autorità russe si sono rifiutate di aprire un'indagine accusando il regista di essersi procurato i lividi da sé. Lo stesso avvocato Dmitri Dinze non è apparso ottimista sull'esito del processo e ha detto esplicitamente che il suo assistito deve sperare di divenire oggetto di una sorta di scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev in modo da poter tornare in Ucraina in cambio di "qualche persona importante per la Russia". (ANSA)
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