"Farò tutto quello che posso per mantenere l'Occidente unito e per rafforzarlo: tutti gli scenari alternativi non voglio neanche prenderli in considerazione".
Giorgia Meloni è determinata ad andare avanti sulla sua opera di cucitura tra le due sponde dell'Atlantico, a fianco dell'America e della Nato. E sente che, malgrado le tensioni e le diffidenze, anche tra i leader europei la sua linea 'atlantista' comincia a farsi strada. Tanto da essere ottimista sulla possibilità di un vertice con l'America di Donald Trump. Prima del summit londinese sull'Ucraina, ha incassato su questa strategia l'appoggio dell'anfitrione, il premier inglese Keir Starmer e del polacco Donald Tusk. E alla fine della riunione si dice convinta che la sua proposta di tenere un vertice Ue-Usa, sia a "a portata di mano", a patto però che ci sia "freddezza", che nessuno si lasci "trascinare dalle emotività e ragioni in modo strategico". E non esclude una sua possibile visita alla Casa Bianca, sottolineando che non è però ancora calendarizzata: "Prima o poi ci andrò" Non fa nomi, tuttavia punzecchia chi nelle scorse ore ha infierito su Trump dopo lo scontro con Zalensky nello studio Ovale: "Sono molto dispiaciuta da quanto è accaduto e credo che lo siano anche tutti i protagonisti dello scontro", dice la premier. Ma "non è utile in questa fase lasciarsi andare alle tifoserie", bisogna guardare "all'obiettivo comune".
Il suo messaggio è chiaro: tutti devono stare dalla stessa parte perché non solo l'Ue, "ma anche la Nato e gli Stati Uniti", condividono l'obbiettivo di "arrivare a una pace giusta e duratura in Ucraina". Anche se - riconosce - ci sono grandi differenze: "c'è da discutere come". E qui arrivano le 'perplessità' sul piano di pace Gb-Francia planato al vertice londinese. "Presentato? Ci sono degli spunti, presentato non direi", affonda la premier. "Penso che chiunque metta sul tavolo una proposta faccia in questo momento una cosa utile. Poi ci possono essere criticità su alcune idee, dice puntando il dito "sull'utilizzo di truppe europee". "La presenza di truppe italiane in Ucraina - scandisce in modo perentorio - non è mai stata all'ordine del giorno: voglio sgomberare il campo". Non le piace nemmeno l'ipotesi di un ombrello atomico europeo. E sempre per la stessa ragione: "E' un tema che prende in considerazione il disimpegno Usa, quindi non è intelligentissimo proporlo ora".
Insomma, ora - insiste - "dobbiamo essere bravi a non dividere l'Occidente perché sarebbe esiziale per tutti". Quanto alla strada per arrivare alla pace in Ucraina, sfoggia ottimismo, invitando tutti a cercare vie nuove: "Trump, Putin, Zelensky, gli interlocutori sono tanti, ma intanto bisogna provare a pensare un po' fuori dalla scatola, in modo creativo. Però credo che il tema dell'articolo 5 della Nato, per capirci, sia il tema più efficace di tutti, che può voler dire anche non ingresso nella Nato". Infine ostenta grande fiducia anche sui dazi, l'altro dossier delicatissimo che sta allargando drammaticamente la frattura tra Europa e Stati Uniti, convinta che alla fine si troverà una soluzione: "Ci preoccupano molto, noi siamo una nazione esportatrice ma credo che si possano trovare soluzioni non di rottura. Parliamo con Trump che è un dealer, che ragiona di accordi, e noi dobbiamo ragionare di accordi".
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