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Il gelo dell'Ue su Putin-Trump, 'ancora armi a Kiev'

Il gelo dell'Ue su Putin-Trump, 'ancora armi a Kiev'

Von der Leyen: 'Riarmo entro il 2030, prepariamoci alla guerra'

BRUXELLES, 18 marzo 2025, 20:35

Mattia Bernardo Bagnoli

ANSACheck
Von der Leyen in Danimarca © ANSA/EPA

Von der Leyen in Danimarca © ANSA/EPA

 Un'altra settimana chiave per la difesa europea, con la presentazione del Libro Bianco, domani, e il vertice dei leader giovedì e venerdì, chiamati a "prendere nota" delle ultime proposte della Commissione, che dovrebbero prevedere anche una sorta di centro acquisti Ue per le armi in modo da favorire gli appalti congiunti. Non solo. La telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin piomba nel mezzo dei negoziati sulla conclusioni del summit, con la richiesta dello zar "d'interrompere" la fornitura della armi a Kiev come condizione per la tregua. L'Ue, sul punto, non è però intenzionata a mollare e, stando alle bozze del documento, chiederà "solide e credibili garanzie di sicurezza per scoraggiare future aggressioni russe". Inoltre, nel testo che sarà sul tavolo dei leader Ue - e che potrà subire ancora limature - si ribadirà ancora una volta il "continuo e incrollabile sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina".


A telefonata ancora in corso un alto funzionario Ue notava che i risultati del colloquio non sarebbero stati certamente "ignorati" dai 27 ma che, al contempo, "per l'Ue la tregua deve essere una tappa di un percorso verso una pace giusta e duratura". La strategia del "porcospino d'acciaio" - menzionata nuovamente dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen in un discorso programmatico alla Royal Danish Military Academy - prevede infatti di rafforzare militarmente l'Ucraina fino a renderla 'indigesta' a qualunque assalitore, integrandola quanto più possibile nel sistema di appalti europeo allo studio dell'esecutivo blustellato. "L'Ucraina può contare sulla prosecuzione degli aiuti militari", assicurano non a caso il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron in conferenza stampa a Berlino.


Nello schema di Bruxelles (sinora condiviso da tutti gli Stati membri tranne l'Ungheria) tutto si tiene, perché la sicurezza dell'Ucraina e dell'Ue sono legate e indivisibili. E davanti ad una Russia che si prepara ad "un futuro scontro con le democrazie europee", sull'onda di "un percorso irreversibile verso la creazione di un'economia bellica", "l'Europa - ha ammonito von der Leyen - se vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra". Il tempo stringe e nei piani della Commissione il riarmo dell'Europa va concluso "entro il 2030" secondo le linee contenute sia nel Libro Bianco sia, appunto, nel ReArm Europe.
Von der Leyen nel suo discorso ha menzionato anche un non meglio precisato "European Military Sales Mechanism" - letteralmente "meccanismo europeo per le vendite militari" - che incentivi a "condividere la domanda e gli appalti congiunti".
"Oggi - ha ricordato - la maggior parte degli investimenti nella difesa avviene al di fuori dell'Europa, con ricerca, sviluppo e innovazione oltre i nostri confini: non è sostenibile, dobbiamo acquistare di più materiale europeo". Uno strumento simile era stato ipotizzato anche nell'Edis, la strategia sulla difesa presentata pochi mesi fa, e c'è chi l'aveva accostato allo U.S.
Foreign Military Sales, dedicato all'export.


In realtà la Commissione ora penserebbe ad un "catalogo centralizzato" dei prodotti militari made in Europe affiancato da un "pool di prontezza industriale per la difesa" che assicuri "agli Stati membri, ai Paesi partner e all'Ucraina" la possibilità di "acquisti immediati" e con corsie "preferenziali" per favorire l'aggregazione della domanda e la creazione di progetti comuni su vasta scala - dalla difesa aerea ai missili di precisione a lungo raggio - da finanziare con fondi europei.
"Forse preferiremmo non dover dire queste cose in modo così schietto ma ora è il momento di parlare onestamente, in modo che ogni europeo capisca cosa è in gioco", ha sottolineato von der Leyen.
Per poi concludere. "Dobbiamo vedere il mondo così com'è e agire immediatamente, perché nella seconda metà di questo decennio e oltre si formerà un nuovo ordine internazionale: quindi l'Europa si trova di fronte ad una scelta fondamentale per il suo futuro". I leader saranno chiamati ora a dare delle indicazioni precise. 

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