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In Israele manifestazioni di massa contro il governo

In Israele manifestazioni di massa contro il governo

Per la sorte dei rapiti e il licenziamento del capo dei servizi

TEL AVIV, 19 marzo 2025, 22:02

di Nir Barda

ANSACheck
Manifestazione a in Israele © ANSA/EPA

Manifestazione a in Israele © ANSA/EPA

Folle di queste dimensioni non si vedevano per le strade di Israele da quando la protesta era dilagata contro la riforma della giustizia voluta dal premier Benyamin Netanyahu. Mercoledì, per il secondo giorno consecutivo, decine di migliaia di manifestanti hanno urlato slogan contro la ripresa della guerra e la decisione del primo ministro di licenziare il direttore dello Shin Bet Ronen Bar. Lo stesso che due notti fa stava seduto nel bunker sotto il ministero della Difesa a Tel Aviv a guidare con il capo di stato maggiore il nuovo attacco a Gaza.

La rabbia, contenuta a stento, soprattutto per i timori sulla sorte dei 59 ostaggi ancora a Gaza, è esplosa a Gerusalemme in scontri con la polizia nelle vicinanze della residenza privata di Netanyahu. I dimostranti hanno cercato di superare le barriere di sicurezza, ma sono stati bloccati dagli agenti che alla fine hanno arrestato cinque persone. Compreso un contromanifestante armato - a favore del governo - che ha minacciato di fare del male alla folla.

"Nel corso della protesta, decine di partecipanti hanno iniziato a turbare l'ordine pubblico", ha detto un portavoce della polizia. "Hanno anche utilizzato le loro auto per bloccare le strade principali della città in violazione delle condizioni di protesta concordate in anticipo".

Quanto basta per comprendere qual è il livello di esasperazione di una buona parte della popolazione israeliana con l'esecutivo. Shay Dickmann, cugino della rapita assassinata da Hamas Carmel Gat, ha invece guidato in lacrime la protesta silenziosa del gruppo Shift 101, che si batte per il ritorno degli ostaggi, cantando la preghiera ebraica per la pace "Oseh Shalom" a Piazza Parigi, nel centro di Gerusalemme.

In migliaia si sono radunati all'incrocio principale della città santa vestiti di bianco e seduti sull'asfalto. Gli organizzatori delle proteste hanno annunciato che tende e sacchi a pelo sono disponibili per chiunque intenda dormire in strada e continuare la dimostrazione. "Non vi abbandoneremo, vi riporteremo indietro", hanno gridato.

La tensione politica cresce mentre le manifestazioni proseguono, con i leader che denunciano il tentativo del governo di reprimere il dissenso mentre la guerra continua. Shikma Bressler e Moshe Radman, figure di spicco del movimento di protesta, sostengono che la destituzione di Ronen Bar rappresenta un passo ulteriore verso il controllo assoluto degli apparati di sicurezza da parte di Netanyahu. Spiegano che "il rischio di una deriva autoritaria è sempre più concreto, mentre il premier continua a consolidare il suo potere approfittando della crisi in corso".

 Il leader dell'opposizione Yair Lapid, che nei giorni scorsi aveva invitato la gente a scendere in piazza, ha diffuso un messaggio registrato: "Stiamo manifestando perché il governo israeliano ha perso la sua legittimità. Non infrangeremo la legge, continueremo a servire, ma resteremo fermi contro un governo che sta cercando di smantellare il Paese". Martedì sera l'ultimo colpo messo a segno dal primo ministro, che con la ripresa dei combattimenti ha incassato il rinnovato sostegno del falco oltranzista Itamar Ben Gvir, votato all'unanimità dal governo e quindi tornato a fare il ministro della polizia. Come, dire, i tempi non saranno facili neppure per chi protesta.
 
   

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