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Il crypto-gate di Milei arriva alla Corte Suprema di New York

Il crypto-gate di Milei arriva alla Corte Suprema di New York

Le vittime della truffa hanno presentato un'azione collettiva

BUENOS AIRES, 18 marzo 2025, 17:40

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Lo scandalo della criptomoneta $Libra promossa dal presidente argentino Javier Milei è arrivato fino alla Corte Suprema di New York dopo che un gruppo di investitori rimasti coinvolti nel crollo repentino della 'meme-coin' ha presentato oggi una 'class-action' (azione legale collettiva).
    La domanda legale, si legge nella presentazione dello studio legale Burwick Law specializzato in truffe del mercato cripto, è rivolta contro le società coinvolte direttamente nel lancio di $Libra (Kelsier Ventures, Kip Protocol e Meteora) sostenendo che "hanno orchestrato un lancio di token ingiusto ($Libra), presumibilmente fuorviando gli acquirenti e danneggiando gli investitori più piccoli".
    Il presidente Milei non è accusato direttamente ma viene citato in varie pari del documento come la persona che ha offerto "un sostegno di alto profilo (...) che ha dato al token un'apparenza di legittimità e di alto valore dell'investimento".
    "Questa partnership strategica (...) ha mascherato in modo efficace la manipolazione finanziaria portata avanti con strumenti come insider trading, sniper bot e pre-rilasci progettati per avvantaggiare i creatori della moneta e i fornitori di infrastrutture a scapito degli acquirenti", prosegue la denuncia.
    Gli investitori chiedono oltre ad un risarcimento anche "la restituzione dei profitti ingiustamente ottenuti dagli imputati e un provvedimento ingiuntivo per impedire future offerte fraudolente di token". Si ritiene che gli avvocati abbiano deciso di non includere il presidente Milei nella denuncia per evitare il coinvolgimento diretto del governo argentino che potrebbe opporre diversi ostacoli allo svolgimento del caso.
    In Argentina il caso ha portato all'apertura di un'indagine della Procura nei confronti del presidente, della sorella Karina Milei, e di diversi eventuali intermediari per i presunti reati di truffa, abuso d'ufficio e corruzione.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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