Lo scandalo della
criptomoneta $Libra promossa dal presidente argentino Javier
Milei è arrivato fino alla Corte Suprema di New York dopo che un
gruppo di investitori rimasti coinvolti nel crollo repentino
della 'meme-coin' ha presentato oggi una 'class-action' (azione
legale collettiva).
La domanda legale, si legge nella presentazione dello studio
legale Burwick Law specializzato in truffe del mercato cripto, è
rivolta contro le società coinvolte direttamente nel lancio di
$Libra (Kelsier Ventures, Kip Protocol e Meteora) sostenendo che
"hanno orchestrato un lancio di token ingiusto ($Libra),
presumibilmente fuorviando gli acquirenti e danneggiando gli
investitori più piccoli".
Il presidente Milei non è accusato direttamente ma viene
citato in varie pari del documento come la persona che ha
offerto "un sostegno di alto profilo (...) che ha dato al token
un'apparenza di legittimità e di alto valore dell'investimento".
"Questa partnership strategica (...) ha mascherato in modo
efficace la manipolazione finanziaria portata avanti con
strumenti come insider trading, sniper bot e pre-rilasci
progettati per avvantaggiare i creatori della moneta e i
fornitori di infrastrutture a scapito degli acquirenti",
prosegue la denuncia.
Gli investitori chiedono oltre ad un risarcimento anche "la
restituzione dei profitti ingiustamente ottenuti dagli imputati
e un provvedimento ingiuntivo per impedire future offerte
fraudolente di token". Si ritiene che gli avvocati abbiano
deciso di non includere il presidente Milei nella denuncia per
evitare il coinvolgimento diretto del governo argentino che
potrebbe opporre diversi ostacoli allo svolgimento del caso.
In Argentina il caso ha portato all'apertura di un'indagine
della Procura nei confronti del presidente, della sorella Karina
Milei, e di diversi eventuali intermediari per i presunti reati
di truffa, abuso d'ufficio e corruzione.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA