Le forze di sicurezza venezuelane,
la notte scorsa, hanno fatto irruzione in casa di Magalli Meda,
ex capo della campagna elettorale della leader di opposizione di
Vente Venezuela, María Corina Machado, e tra le cinque persone
liberate due giorni fa da un'operazione degli Usa, dopo essere
rimaste isolate nell'ambasciata argentina a Caracas, dove si
erano rifugiate oltre un anno fa. Secondo Meda, ora in salvo
negli Stati Uniti, gli agenti che hanno perquisito l'abitazione,
lo hanno fatto con l'intento di incastrarla.
La perquisizione è avvenuta mentre il ministro dell'Interno e
della Giustizia, Diosdado Cabello, trasmetteva il suo programma
settimanale sul canale ufficiale VTV, in cui ha deriso Machado e
i rifugiati.
A denunciare l'azione della polizia è stata la stessa Meda
dai suoi profili social, con la pubblicazione di foto e video,
in cui si vedono agenti incappucciati che rovistano tra gli
effetti personali. "In questo momento, mentre Cabello mente su
presunte trattative per la nostra uscita" dall'ambasciata
argentina, "il suo braccio repressivo violenta la nostra casa a
Caracas", afferma Meda.
Stati Uniti e Argentina sostengono che i cinque oppositori
sono stati liberati con "un'operazione di salvataggio precisa".
Il governo di Nicolas Maduro afferma invece che c'è stato un
accordo. "Estrazione? L'unica estrazione in sospeso è quella del
dente di Machado. Alla fine hanno finito per negoziare. Parlano
di un'operazione impeccabile, impeccabile un corno", ha tuonato
Cabello.
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