L'Ambasciata d'Italia a Tripoli, in
collaborazione con la municipalità locale, ha promosso la mostra
"Arte come identità" inaugurata nei giorni scorsi nella
suggestiva cornice della Città Vecchia, all'interno dello
storico edificio dell'Eskender Art House.Curata dallo storico
dell'arte italiano Ludovico Pratesi, la mostra, inaugurata a
Bengasi lo scorso mese di ottobre in occasione della Giornata
del Contemporaneo, mette a confronto le ricerche di tre artiste
- un'italiana, una italo-libica e una libica - legate all'idea
dell'arte come veicolo identitario ed espressione di un processo
di riflessione sulla riattivazione del Genius Loci attraverso il
linguaggio artistico.
Un dialogo tra diversi punti di vista su un territorio come
la Libia, attraverso gli sguardi di un'artista che vive e lavora
a Bengasi come Shefa Salem, a confronto con il lavoro di Adelita
Husni-Bey, italo-libica, e con la ricerca dell'italiana Elena
Mazzi, attenta all'analisi dei rapporti tra l'essere umano e il
suo contesto socio-antropologico.
L'esposizione si configura come un'occasione per
testimoniare la capacità delle artiste di cogliere in maniera
più profonda e incisiva i cambiamenti in atto sulla scena
artistica internazionale. Attraverso l'utilizzo di linguaggi e
forme espressive diverse, le artiste propongono modalità e
strategie di riappropriazione della propria identità.
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