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Uncat,male Cassazione su contraddittorio

Uncat,male Cassazione su contraddittorio

Ultima pronunzia passo indietro per tutela contribuente italiano

ROMA, 15 dicembre 2015, 17:26

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n.24823 del 2015 intervengono per la terza volta in pochi mesi sulla questione del contraddittorio preventivo. "Rispetto alle pronunzie precedenti, l'ultima è però un passo indietro rispetto alla tutela delle garanzie del contribuente italiano". A sostenerlo è l'Uncat, l'Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi, la quale fa notare che "se la verifica avviene per tributi armonizzati a livello europeo come l'Iva, il contribuente ha sempre il diritto di spiegarsi, altrimenti no: "cittadino" europeo, "suddito" italiano; tributi europei di serie A e italiani di serie B. La differenza è irragionevole". "Anche l'applicazione su piano pratico - rileva il presidente del comitato scientifico dell'Uncat, Umberto Santi - è irragionevole perchè un unitario accertamento ai fini delle imposte dirette e dell'Iva dovrà conciliare le contemporanee maggiori garanzie per l'Iva e minori garanzie per le imposte dirette, anche quando le diverse maggiori imposte siano basate sul medesimo maggior imponibile". Per questo Uncat auspica una interpretazione "che legga le norme alla luce dei principi costituzionali di buona amministrazione, ragionevolezza e uguaglianza" ma anche alla luce del diritto di difesa che la sentenza comprime, limitandolo alla difesa di giudizio ed escludendolo per la difesa nella fase precontenziosa". Gli avvocati tributaristi auspicano un'interpretazione "che non comprima i principi inchinandosi alla lettera delle norme". In secondo luogo chiedono che i principi e le garanzie del contribuente italiano "siano uguali, sia comparando analoghe situazioni italiane, sia comparando analoghe situazioni italiane ed europee". La linea - fanno notare - è già stata tracciata dallo stesso legislatore sulla delega fiscale.
   

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