"Abbiamo sempre sostenuto la necessità di un rafforzamento del loro processo di integrazione, ma abbiamo anche puntualmente denunciato la tendenza a "scaricare" sui cittadini-contribuenti, e indirettamente sui professionisti che li assistono, i costi e le complessità procedurali-" che il processo di digitalizzazione "inevitabilmente, comporta.
Si tratta di una tendenza che bisogna invertire".
Lo ha affermato il segretario del Consiglio
nazionale dei commercialisti, Achille Coppola, durante
l'audizione odierna sulla digitalizzazione del fisco all'interno
del Pnrr (Piano nazionale per la ripresa e la resilienza) presso
la Commissione Finanze e Tesoro del Senato. "Nel quadro di
possibili interventi per la semplificazione dei processi
amministrativi attraverso la digitalizzazione, occorre lavorare
non solo sull'integrazione e la razionalizzazione
dell'infrastruttura tecnologica esistente, in modo da assicurare
una maggiore interoperabilità al fine di creare efficaci
relazioni automatiche nell'aggiornamento dei dati a cascata nei
vari database, ma anche integrare le banche dati del sistema
pubblico nel suo complesso al fine di ottenere un efficace
interscambio di azioni tra sistemi differenti", ha aggiunto.
Nella gestione delle banche dati dell'Anagrafe tributaria, per
esempio, "un elemento di criticità è costituito dal fatto che
gli applicativi necessari per effettuare i diversi adempimenti
fiscali realizzati da Sogei sono spesso inutilizzabili dagli
intermediari in quanto non integrabili con i programmi
gestionali delle imprese o dei professionisti, né con gli
archivi in uso. "Sarebbe auspicabile - ha ipotizzato Coppola -
che venissero predisposti programmi compatibili e standardizzati
secondo un accordo quadro con gli Ordini professionali
interessati, d'intesa con le case di produzione di software", ha
chiuso l'esponente dei commercialisti.
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