"La conferma anche per il 2022 della
periodicità semestrale della trasmissione telematica dei dati
relativi alle spese sanitarie e veterinarie, già prevista per
l'anno 2021, è una scelta di buon senso, che accoglie una
richiesta da noi avanzata nelle scorse settimane e scongiura il
rischio di un inutile aggravio di adempimenti". Così si
esprimono i commissari straordinari del Consiglio nazionale dei
commercialisti, Rosario Giorgio Costa, Paolo Giugliano e Maria
Rachele Vigani, riguardo alla novità contenuta nel decreto del
ministero dell'Economia del 2 febbraio, pubblicato ieri in
Gazzetta Ufficiale, dopo che, recita una nota dei
professionisti, nelle scorse settimane i tre commissari dei
commercialisti avevano scritto al ministro Daniele Franco,
sostenendo che il mantenimento, come nel 2021, della
trasmissione semestrale dei dati relativi alle spese sanitarie e
veterinarie "avrebbe eliminato dieci adempimenti inutili,
contribuendo efficacemente al tanto auspicato processo di
semplificazione degli adempimenti e di razionalizzazione del
calendario delle scadenze fiscali, ancora oggi in via di
realizzazione". Inoltre, trattandosi di un adempimento
finalizzato alla predisposizione della dichiarazione dei redditi
precompilata da parte dell'Agenzia delle Entrate - da mettere a
disposizione dei contribuenti entro il 30 aprile dell'anno
successivo a quello di riferimento - la periodicità mensile di
trasmissione dei predetti dati a decorrere dal 2022 sarebbe
stata, precisava la missiva, "del tutto ingiustificata, non solo
in questo particolare periodo di emergenza nazionale, ma anche
in relazione alla tempistica da prevedere a regime, dovendo tali
dati confluire nella dichiarazione precompilata che l'Agenzia
delle entrate rende disponibile non prima del mese di aprile
dell'anno successivo (2023 per le spese relative al 2022)". La
periodicità mensile, secondo i commercialisti, sarebbe stata,
poi, "oltremodo stringente, in particolare per i dati delle
spese sanitarie risultanti da fatture che, ancora oggi, sono
emesse in formato cartaceo da medici e operatori sanitari, in
ottemperanza agli obblighi di protezione dei dati personali dei
pazienti, e che richiedono, dunque, necessariamente, anche un
lavoro di 'data entry' per la trasmissione telematica degli
stessi al Sistema Tessera sanitaria", si legge, in conclusione.
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