"Perché quanto previsto per i chimici
non viene esteso anche ai biologi e a tutti gli altri
professionisti sanitari che operano nelle Agenzie per la
protezione dell'ambiente (Arpa?)". Se lo chiede il presidente
della Federazione nazionale degli Ordini regionali dei biologi
Vincenzo D'Anna mentre la Camera sta esaminando il decreto
Pubblica amministrazione bis, un provvedimento che contiene, tra
l'altro, una disciplina transitoria che riguarda i requisiti di
accesso ai concorsi per la dirigenza chimica.
"Modificando la legge Lorenzin - spiega - tale disciplina
stabilisce che, fino al 31 dicembre 2025, l'aver maturato, sei
mesi prima della scadenza del bando, almeno tre anni di servizio
anche non continuativo, con contratti a tempo determinato o
indeterminato, con esercizio di funzioni proprie della
professione sanitaria di chimico presso le Agenzie per la
protezione dell'ambiente (Arpa), o presso le strutture del
Servizio sanitario nazionale, possa valere come requisito
d'accesso in alternativa alla specializzazione nella disciplina
oggetto del concorso".
D'Anna rivolge dunque un appello al ministro dell'Ambiente
Gilberto Pichetto, e a quello della Salute, Orazio Schillaci
affinché "si ponga fine alle distinzioni che non ha alcuna
ragion d'essere, né giuridica, né politica, né a livello di
competenze, nell'ambito della stessa categoria di professionisti
sanitari. Fare particolarità così grossolane non è un segno
distintivo positivo per l'opera del governo", conclude.
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