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'Polveriera Libia' nel Paese ci sono 700 mila migranti irregolari

'Polveriera Libia' nel Paese ci sono 700 mila migranti irregolari

La relazione del Copasir: attenti alle mire di Pechino e Mosca, serve una missione Nato in Africa

ROMA, 09 febbraio 2025, 15:37

Redazione ANSA

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Un barcone con 500 migranti 40 miglia a nord della Libia. Foto Massimo Sestini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un barcone con 500 migranti 40 miglia a nord della Libia. Foto Massimo Sestini - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Libia è una polveriera che rischia di esplodere, sono almeno 700mila gli immigrati irregolari nel Paese e mentre la gestione dell'immigrazione irregolare "è più efficace in Cirenaica", sotto il generale Haftar, in Tripolitania la situazione appare quasi senza controllo. A scriverlo, in 80 pagine di relazione anticipata dal 'Messaggero', è il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, presieduto dal dem Lorenzo Guerini.

"La regione del Sahel è preda di traffici illeciti di esseri umani, carburante, droghe armi, favoriti dal fatto che la Libia non sembra essere in grado di controllarmi", scrivono i parlamentari del Copasir. Ma nella Relazione al Parlamento non c'è solo l'immigrazione.

La Russia, sostiene il Copasir, continua a fare dalle Libia terra di traffici per le sue armi e di interessi per le milizie che hanno raccolto l'eredità della Wagner: il Comitato parla di "formazioni mercenarie maggiormente collegate al Cremlino..le armi che arrivano attraverso la Libia, avrebbero come destinazione anche il Mali e il Burkina Faso, dove la Russia ha legami con i golpisti". Più in generale l'Africa sembra essere terra di interesse per Mosca ma anche per Pechino, che puntano ad allargare la loro influenza su quel continente.

"La Federazione Russa - scrivono i parlamentari - fornisce formazione militare a numerosi paesi africani a fronte dello sfruttamento di miniere e terre in modo particolarmente spregiudicato". Il Copasir non manca anche di sottolineare gli effetti dirompenti che avrebbe una tregua forzata imposta all'Ucraina come quella che va immaginando in queste ore il neo presidente Trump. Di qui la proposta del Comitato di una nuova missione permanente Nato in Africa, per non lasciare "maggiore libertà di manovra proprio ad attori statali non alleati, specie alla Russia".

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