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Vertice di governo su sanità, il nodo dei medici di famiglia

Vertice di governo su sanità, il nodo dei medici di famiglia

FI: 'Non diventino dipendenti. Schillaci, obiettivo Servizio Sanitario più equo'

12 febbraio 2025, 20:17

Manuela Correra

ANSACheck
Veduta esterna di Palazzo Chigi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Veduta esterna di Palazzo Chigi - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Un vertice a palazzo Chigi per fare il punto sulle tante questioni aperte nella Sanità, a partire dal nodo della riforma della Medicina generale con l'ipotesi di un passaggio alla dipendenza pubblica, dal Ssn, per i medici di base, che attualmente sono liberi professionisti convenzionati con il Sistema sanitario nazionale. Una riunione, quella di oggi, alla quale ha partecipato la premier Giorgia Meloni, che è stata occasione per un "confronto ampio" anche con le Regioni.


Al vertice erano presenti i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro della Sanità Orazio Schillaci, quello dell'Economia Giancarlo Giorgetti, il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e quello della Regione Piemonte Alberto Cirio. A chiarire gli obiettivi è il titolare della Salute: "La riunione di oggi a Palazzo Chigi è stata l'occasione per un confronto ampio su diversi temi della sanità, a partire dalle liste d'attesa fino ai medici di famiglia. Un Ssn più efficiente e soprattutto più equo è obiettivo comune del Governo, delle Regioni e dei partiti di maggioranza per migliorare i servizi ai cittadini".


Tra le questioni 'calde' proprio l'ipotesi di riforma della Medicina generale, contestata duramente dalle organizzazioni dei medici di base. "Oggi non è stato espresso alcun orientamento" sullo status che i medici di famiglia dovrebbero acquisire, ha spiegato Fedriga al termine dell'incontro. "La nostra volontà è quella di una collaborazione, di una valorizzazione, ma per quanto riguarda le misure da mettere in atto ci sarà un confronto dentro la Conferenza, e il governo immagino lo farà al proprio interno, poi faremo un nuovo confronto", ha aggiunto senza sbilanciarsi sull'ipotesi di un sistema misto pubblico-convenzionato. Da FI arriva però un primo stop: per Paolo Barelli presidente dei deputati di Forza Italia, "i medici di medicina generale dovranno essere disponibili fino a 18 ore su 38 per le Case di comunità e 20 rimanere a disposizione per i propri pazienti convenzionati continuando a garantire una assistenza vicina ai cittadini nei propri studi salvaguardando il rapporto fiduciario. Ma devono mantenere lo stesso attuale rapporto giuridico libero professionale di parasubordinato convenzionato e non dipendente". Una posizione che risulta ribadita anche da Tajani nel vertice di governo.


L'ipotesi del passaggio alla dipendenza dal Ssn è respinta senza appello dagli stessi medici di famiglia, secondo i quali ciò significherebbe lavorare quasi esclusivamente nelle Case di comunità dove i medici sarebbero presenti 7 giorni su 7 a rotazione - come previsto dalla riforma dell'assistenza territoriale - privando il cittadino della possibilità di scegliere in autonomia il proprio medico di base. Monta dunque la protesta ed oggi la Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) del Lazio ha diffuso una lettera aperta ai cittadini: "Vogliono farci fare i dipendenti per poterci controllare meglio, ad esempio per decidere loro quali farmaci prescrivere e quali no. Quali visite o accertamenti prescriverti e quali no.


Il tutto - si legge - organizzato con la stessa sapienza e capacità con cui stanno gestendo le liste d'attesa! È il momento di far sentire le nostra e la vostra voce, non si può rimanere in silenzio".
Netta la posizione del Pd: "Sul tema della sanità, il governo brancola nel buio, privo di una visione chiara su come affrontare le emergenze. La proposta del Partito Democratico è chiara: serve un forte investimento di 5,5 miliardi di euro e un piano di assunzioni capace di colmare le gravi carenze di personale che - avverte il responsabile nazionale welfare del Pd, il deputato Marco Furfaro - stanno mettendo in ginocchio il Sistema sanitario nazionale". 

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