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Il silenzio del Colle, Ventotene un riferimento

Il silenzio del Colle, Ventotene un riferimento

Mattarella a tomba di Spinelli,capire contesto in cui si scrisse

ROMA, 19 marzo 2025, 20:09

Fabrizio Finzi

ANSACheck
MATTARELLA A VENTOTENE - RIPRODUZIONE RISERVATA

MATTARELLA A VENTOTENE - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Manifesto di Ventotene rappresenta ancora oggi "un punto di riferimento". Era il 2021 quando Sergio Mattarella pronunciò queste parole dopo aver deposto un fiore sulla tomba di Altiero Spinelli nella piccola isola del Tirreno usata dal regime fascista per confinare gli oppositori politici. Al Quirinale regna il riserbo sulle dichiarazioni della premier Giorgia Meloni che, in Aula alla Camera, ha nettamente preso le distanze dal cuore dell'impianto del Manifesto: "non è la mia Europa", ha assicurato a Montecitorio.


    Ma lo sconcerto al Colle è palpabile e non sono bastate le parole rassicuranti del presidente leghista della Camera, Lorenzo Fontana ("onoriamo chi ha combattuto per la nostra libertà") per far scemare la preoccupazione. D'altronde, come potrebbe essere altrimenti? Il presidente della Repubblica sin dall'inizio del suo mandato ha tenuto la barra dritta sulla collocazione europea dell'Italia arrivando a dire nel 2018 un secco 'No' al premier incaricato Giuseppe Conte che gli aveva presentato come ministro dell'Economia Paolo Savona, euroscettico e, soprattutto, contrario all'Euro.Ma che il manifesto di Ventotene del 1941 rappresenti per Mattarella la pietra miliare della futura nascita dell'Unione europea è cosa nota e basta rileggere le sue dichiarazioni in occasione degli 80 anni del Manifesto. "Credo che bisogna pensare al contesto in cui nasce il Manifesto", cioè fascismo e confino, "per rendersi conto di che cosa intendono dire a noi ancora Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni. Chiedendo a tutti quanti di vigilare in difesa della democrazia contro le derive che mettono in pericolo la libertà". Si trattava quindi di "un contesto difficile" da tenere presente nel valutare le parole contenute nel testo.

C'era, in sostanza, un'Italia prigioniera ed una carceriera. "Credo abbia mandato di traverso il pranzo al presidente Mattarella che ha ricordato che il manifesto di Ventotene è punto di riferimento nella costruzione europea", ha spiegato la capogruppo di Iv alla Camera, Maria Elena Boschi esplicitando ciò che pensano in molti in queste ore. Anche la dinamica e la cronologia della giornata ha un suo valore politico: la premier attacca a sorpresa il Manifesto di Ventotene in Aula. Scatta la protesta virulenta delle opposizioni, lei si allontana e sale direttamente al Quirinale per il consueto pranzo di lavoro con il capo dello Stato che precede i Consigli europei. Si parla ovviamente di Ucraina, di dazi e di Medio Oriente. Ma lo spettro di Ventotene aleggia nella sala del Quirinale. Nessun incontro a due tra Mattarella e Meloni, si viene sapere. Giorgia Meloni lascia il Colle e si appresta a partire per Bruxelles ma prima c'è il tempo di far capire che non scherzava: "giudicate voi!", scrive sui social a commento di un video nel quale ripropone le sue critiche al Manifesto di Ventotene. E' chiaro che a Bruxelles i leader saranno informati di questa presa di posizione. E' superfluo ricordare che se è vero che il Manifesto di Ventotene è la pietra miliare dell'Unione è anche vero che i "Padri fondatori" non sono solo Spinelli, Rossi, Colorni ed anche De Gasperi. Nella storia sono ben scolpiti i nomi, solo per citare i più famosi, del francese Jean Monnet e del tedesco Konrad Adenauer. 

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