E' un Calenda picconatore quello che va in scena al congresso di Azione che vede come special guest la premier Giorgia Meloni. L'ex ministro va giù pesantissimo e il bersaglio diretto è il campo largo e in primis il partito di Giuseppe Conte. Non è possibile stare in quel campo, è l'assioma di Calenda, se c'è anche M5S. "Mi chiedete perché non stiamo nel campo largo? - scandisce tra gli applausi - Noi non stiamo nel campo largo perché c'è un piccolo problema e rimane sempre lo stesso con il M5S: l'unico modo per averci a che fare è cancellarlo". Parole dure e definitive alle quali replica il presidente 5 Stelle dalla Calabria dove i pentastellati manifestano contro il "furto di democrazia" ai danni della parlamentare Elisa Scutellà che si è vista privata del seggio alla Camera in favore dell'azzurro Andrea Gentile. Agli "insulti e attacchi a raffica per il sottoscritto e il M5S, da Meloni, Crosetto, Calenda", Conte replica: "Continuate pure, sono medaglie". Il leader di Azione, accusa l'ex premier, "si finge liberale a giorni alterni: per lui il M5S andrebbe cancellato.
Che cultura politica è mai questa? Immaginatelo al governo intento a 'cancellare' il M5S e i cittadini che la pensano come noi. Rispetto per chi è contrario al riarmo, Carlo, anche se hai l'elmetto da 3 anni". In mezzo allo scontro muscolare i pentastellati replicano anche con ironia. "Testardamente unitari...", è il titolo dell' immagine social postata dal capogruppo M5S in Senato, Stefano Patuanelli, che ritrae Calenda con Paolo Gentiloni e Pina Picierno che ha aperto i lavori del congresso, reduce da una polemica interna per il fatto di aver incontrato esponenti dell'organizzazione 'Israel Defense and Security Forum'.
Gelo del Pd sulla posizione di Calenda col Nazareno che prova in qualche modo a difendere la sua linea "testardamente unitaria". A via Palermo, al congresso di Azione c'è Meloni, ma non Schlein. A rappresentare i vertici Dem è il capogruppo in Senato, Francesco Boccia, che invita Calenda a non scegliere la via della "testimonianza", ma quella della costruzione dell' alternativa. E questa "non si costruisce - scandisce il presidente dei senatori Dem - cancellando altre forze politiche, ma mettendo insieme i punti che ci uniscono che sono molti più di quelli che ci dividono". Anche perché le scelte diverse, ragiona, come dimostrato dalle ultime elezioni, portano, alla sconfitta e al governo del centrodestra. "Nonostante tutto, guidano il Paese, Carlo - dice rivolgendosi per nome al leader di Azione - perché nel 2022 ci siamo divisi".
Se lo strappo con i pentastellati è netto, altrettanto evidente è la mossa anti-bipolarista che porta Calenda a selezionare oculatamente gli inviti nel centrodestra. Sul palco si alternano, quindi, Raffaele Fitto e Guido Crosetto, mentre Antonio Tajani è assente per un lutto familiare. C'è anche Maurizio Lupi e Giovanni Donzelli siede in platea accanto ad Elena Bonetti. Sceglie di non partecipare il ministro del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, unico del suo partito al quale era stato esteso l'invito. Intanto, nelle stesse ore del congresso di Azione, l'arci-nemico Matteo Renzi è in tour in Sicilia per la presentazione del suo libro 'L'Influencer', ribadendo la linea anti-Meloni: "E' brava a fare propaganda non a governare".
Renzi, taglia corto Calenda senza risparmiare la stoccata, "ha fatto una scelta, quella di stare con il campo largo e prima ancora quella di votare La Russa. E' una scelta politica".
Per il resto del campo largo, al congresso si vede Riccardo Magi che puntualizza replicando a Meloni che "se non vogliamo che sia un dialogo domenicale, il dialogo si fa nelle Aule parlamentari sui singoli provvedimenti. E invece vediamo una maggioranza tetragona che nel 99% dei casi non prende nemmeno la parola. Il Parlamento non esiste più". Non c'è Avs, invece, che, peraltro, con Angelo Bonelli, rimarca il proprio "stupore" per la calorosa accoglienza della platea calendiana alla premier.
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