L'Italia e' operaia, ma chissà se andrà in Paradiso. Prima anche solo di bussare alle porte, la nazionale di Antonio Conte deve passare per il limbo di un girone di qualificazione a Euro 2016 in cui - malgrado il ct lo neghi - la vera impresa al rovescio sarebbe non qualificarsi. ''Ma attenti: questa nazionale l'Europeo in Francia può vincerlo, perchè no: migliorando molto...'', assicura Andrea Pirlo. Di sicuro e' presto per pensare così in la'. Ma il regista azzurro oggi professa un ottimismo misto a realismo, dopo aver festeggiato ieri la sua presenza numero 113 (una in più del mito Zoff) con l'ovazione del pubblico di Palermo anche oltre i meriti suoi e di un'Italia che tutti, da Bonucci a Chiellini, non si vergognano di definire 'ignorante' (copyright Immobile e Zaza). O anche ''gregaria''. Non e' un caso se scorrendo i nomi dei protagonisti della vittoria sull'Azerbaijan, si va da Pirlo a Chiellini, da Buffon a Giovinco. ''Lo spirito Juve? Diciamo che questa e' una nazionale 'gregaria''', ammetteva Bonucci, vero 'spirito' del bianconero targato Conte, prima di tornare a twittare dal ritiro: ''una squadra, più che una nazionale''. ''Al di là dei paragoni con la prima Juve di Conte - spiega poi il difensore - abbiamo voglia di lottare su ogni pallone, non perdiamo il filo anche contro avversari che difendono in 11 come ieri gli azeri, e vedrete che sarà lo stesso con Malta''.
Il fatto e' che a questa ItalJuve, al momento, manca un Tevez. Il salto dal campionato alla Champions era difficile senza giocatori di peso tecnico e di sostanza agonistica come lui; ora che in Europa affronta le nazionali, Conte non potrà rimproverare nessuno di non fare campagna acquisti all'altezza se non l'intero movimento che trascura i giovani. Ma di talenti puri, assoluti, in giro ce n'è pochi, se ci si limita al passaporto italiano. Forse anche per questo Conte esclude Balotelli ma ribadisce di volerlo aspettare (''diamogli tempo''): ora si costruisce una nazionale nello spirito, per il minimo sindacale, poi quando ci sarà da fare il salto non si potrà prescindere dai talenti, quali che siano in circolazione. Tutto starà a vedere, a quel punto, se i Balotelli uniranno il loro talento alla fame degli Zaza: Zalotelli sarebbe il giocatore ideale, per quest'Italia operaia. Intanto, e' piaciuta anche al presidente del Senato Pietro Grasso, presente in tribuna nella sua Palermo: ''Questa Italia e' gioventù, voglia di correre, nuovo spirito - ha detto a fine partita a RaiSport - Sono sempre stato per il cambiamento, per i giovani, per i risultatu ottenuti con il sacrificio. Ho guidato tante squadre, di natura diversa, e so quanto sia importante la capacità di un ct di infondere lo spirito giusto. Questa nazionale ce l'ha, e in questo momento c'è bisogno di recuperare al massimo l'identità nazionale'', la sua conclusione con un chiaro riferimento al momento del Paese. Conte da una parte guarda alla missione 'nazionale' (7 milioni 809 mila spettatori medi, mentre in contemporanea tv le azzurre del volley rubavano almeno 600 mila appassionati con punte molto più alte), dall'altra a quella 'azzurra'. ''Gioco o vittorie? Se giochi bene, le vittorie vengono'', ribadiva nella notte di Palermo Pirlo, unico talento puro rimasto al momento nel gruppo in mano a Conte. ''Ma già contro gli azeri si e' visto qualcosa in più rispetto al passato - spiegava il regista - Altre volte, partite così le avremmo pareggiate: invece qui ora c'e' grande voglia. Sono le cose che Conte ci chiedeva quando era alla Juve, e che ora e' tornato a inculcarci anche in azzurro''. Non per nulla, nella serata del Barbera l'assenza che si e' notata di più non era quella dell'inglese Balotelli ma del suo avversario di Premier League Giaccherini, lui non convocato solo perchè infortunato. ''Mi piace quando definite questa nazionale 'ignorante', tra virgolette si intende - l'ammissione del protagonista della serata, Chiellini - E' un po' il marchio che contraddistingue la mia carriera, i miei successi''. Come alla Juve. Dove si sono però fermati sulla soglia del confine nazionale. Ora la vera impresa di Conte sarebbe spostare quel limite un po' più in là, fin dentro la Francia, all'Europeo tra due anni.
Due gol e in mezzo un'autogol: c'e' solo Chiellini nel tabellino del 2-1 dell'Italia sull' Azerbaigian, e a guardar bene c'è solo lui nella serata, punto. La nazionale di Conte fa un passo indietro nel gioco, rispetto all'esordio del nuovo ct: come fosse una grande con spirito di provinciale, si diverte a mettere in difficoltà le grandi (Olanda) o a vincere le partite dure (Norvegia), poi si adegua quando la mediocrità dell'avversario è il mood della serata. Più lenta delle prime due uscite, meno aggressiva, poco precisa, e soprattutto senza gli spunti di classe che sarebbero serviti in una serata del genere. Resta la vittoria finale, preziosa: per come e' maturata e perchè nel frattempo la Croazia e' andata a vincere a Sofia togliendo punti alla Bulgaria, una delle concorrenti al primo posto: ironia della sorte, con un autogol dei padroni di casa. Quello di Chiellini nella parte finale della partita di Palermo, dopo che l'Italia aveva sbloccato proprio col difensore tra le fatiche di una serata no, invece non e' stato decisivo. Merito sempre del difensore, ancora in gol e ancora di testa: il 2-1 finale sa molto di caparbietà juventina.
Concreti, anche quando si e' brutti. E dire che i presupposti per rendere davvero facile la partita con una squadra modesta c'erano tutti. Palermo offriva il colpo d'occhio di una festa da tutto esaurito, in una notte calda di mezza estate. Conte comincia dalle sue certezze: sceglie Darmian-De Sciglio come esterni del suo solito 3-5-2, Pirlo regista centrale e' attorniato dagli incursori Florenzi -Marchisio. A fare movimento davanti Immobile-Zaza. Berti Vogts fa di necessità virtù, e soppesata l'evidente differenza tecnica schiera un 4-3-3 zemaniano solo sulla carta: Zaza e' raddoppiato a uomo dal centrocampista Armigulyev, la difesa e' bloccatissima su una linea a quattro, i tre davanti - Dadashov qualche metro indietro al centro - hanno il compito di bloccare sul nascere la manovra dei difensori azzurri più che impensierirli. Il gol che dà sollievo a Conte dopo un tempo di sgridate ai suoi arriva solo al 44' su angolo, e non e' un caso: la roccaforte azera tiene. Strano a dirsi, alla manovra azzurra manca il dinamismo di un Giaccherini, anzi proprio Giaccherini. Pirlo e' compassato e onora la sua presenza numero 113 con rari sprazzi; i terzini spingono poco; Zaza mostra l'altra faccia del centravanti di provincia. Inevitabile che l'Italia fatichi a trovare sbocchi, e infatti le occasioni non arrivano quasi mai su manovra, e mai con la rapidità pretesa da Conte.
Al 5' Immobile, il più attivo del duo, ruba palla e in area mette dietro dove Marchisio in corsa spara alto. Otto minuti dopo Zaza e' pericoloso suo malgrado, il tacco accidentale devia un tiro di Bonucci e Agayev deve mettere in angolo. Al secondo tiro dalla bandierina Bonucci ha la schiacciata bassa sulla testa, ma la smorza. Sono passati già 26 minuti, con poche emozioni. Dopo una bella girata in area di Immobile, murato da Guseynov, è Ranocchia ad andare più vicino di tutti al gol: minuto 37', punizione di Pirlo e girata di testa un soffio sopra la traversa. E' l'anticipo del gol, a un minuto dallo scadere, ma su angolo del regista schiacciato a rete da Chiellini. In mezzo, c'era stata la richiesta di un rigore di Bonucci per un mani involontario di Guseynov, e un'ammonizione giusta a Pirlo. Scossa dal gol, l'Italia riparte nel secondo tempo con altra voglia. Lo fa capire Zaza, con una 'bicicletta' in area dopo due minuti che sfiora il palo e meriterebbe il gol per coraggio e coordinazione. Il centravanti del Sassuolo non gioca più solo spalle alla porta, Immobile parte largo per tagliare al centro ed ecco che gli spazi si aprono. Provano a sfruttarli prima Florenzi con un destro al volo dal limite, ribattuto all'11', poi ancora il romanista in combinazione con Zaza (13'). Il quale ci prende gusto: ritenta una rovesciata in area, poi al 23' si mangia il gol del raddoppio da due passi, mettendo fuori un cross di rasoterra di Darmian. Vivaci le proteste degli azeri, perchè a terra era rimasto Nazarov, autore un paio di minuti prima dell'unico tiro che aveva impegnato Buffon.
Esce Pirlo al 26', ed e' ovazione per lui, al suo posto Aquilani. Sarà un caso, ma subito dopo l'Italia rischia su un pasticcio di Ranocchia che rimedia in angolo: ma e' da lì che nasce il patatrac, Chiellini per anticipare Aliyev ruba il tempo sulla linea a Buffon e accompagna in rete l'incredibile 1-1. Conte urla ai suoi avanti, mette Giovinco per Florenzi subito e una manciata di minuti dopo Candreva per Darmian. Dal piede del primo nasce la palla del riscatto personale di Chiellini: ancor più incredibile, ma e' di nuovo di testa che il difensore segna, per il 2-1 definitivo. C'e' tempo per un gran destro di Giovinco nel recupero, ma anche la traversa stasera dice che la serata e' solo di Chiellini. Una vittoria piccola, che però fa tanto comodo all'Italia di Conte
Classifica del gruppo H (quello dell'Italia), dopo le partite di venerdi'.
Italia e Croazia 6, Norvegia e Bulgaria 3, Azerbaïgian e Malta 0.
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