C'è una nuova grana in casa Juventus. Dopo il doping che ha messo fuori gioco Pogba, ora è un'indagine su un giro di scommesse su una piattaforma non autorizzata a coinvolgere un suo tesserato, Nicolò Fagioli, uno dei giocatori su cui la società bianconera punta per il futuro. Il ventiduenne, talento esploso nella Next generation bianconera, è finito in un'inchiesta della procura di Torino. Gli atti sono stati trasmessi dal magistrato alla Procura federale della Figc, che ha già ascoltato il giocatore e quasi concluso l'indagine; arriva dalla giustizia sportiva il rischio più temuto, in teoria una squalifica fino a tre anni, se verrà accertato che le eventuali scommesse hanno riguardato proprio il calcio. Titolare del fascicolo aperto alla Procura di Torino è la pubblico ministero Manuela Pedrotta, che coordina gli uomini della squadra mobile del capoluogo piemontese. Sull'indagine, iniziata mesi fa, su cui c'è il massimo riserbo. Un'inchiesta ancora in corso, partita da alcuni accertamenti che periodicamente vengono fatti sul gioco d'azzardo online. La piattaforma sotto i riflettori degli investigatori, a quanto si apprende, è una di quelle su chi potenzialmente possono esserci milioni di utenti. Tra questi, insieme ad altri presunti scommettitori, cu sarebbe uno dei nuovi beniamini della curva Sud dell'Allianz Stadium.
Il reato, solitamente, prevede una sanzione, ma il discorso è diverso per Fagioli, che essendo un tesserato rischia una lunga squalifica dalla giustizia sportiva. Il giocatore è stato già sentito dalla procura federale della Figc, l'ufficio guidato da Giuseppe Chinè, dopo che lo stesso calciatore si è "autodenunciato", come spiegano i suoi legali, Luca Ferrari e Armando Simbari. La questione ora ruota intorno a quali tipo di scommesse avrebbe piazzato il calciatore. Non si può puntare soldi sulla disciplina che si pratica, cosa che non è escluso abbia fatto Fagioli. Pena una squalifica fino a tre anni. "Nicolò è sereno ed è massimamente concentrato sulla Juventus e sul campionato", dicono i legali. "Nella nostra qualità di legali di Nicolò Fagioli - sottolineano Ferrari e Simbari - possiamo rappresentare che il nostro assistito sta affrontando con responsabilità la vicenda, in un'ottica di massima trasparenza e collaborazione con l'autorità giudiziaria ordinaria e sportiva, come dimostra il fatto di essersi attivato per primo e tempestivamente nei confronti della Procura Federale". Sempre sul fronte Juventus questa mattina la pm Chiara Maina ha chiesto la conferma delle condanne in primo grado, nel processo Last Banner, per i capi ultras bianconeri, accusati di avere fatto pressioni illecite, nella stagione 2018-2019, sulla società bianconera per avere una serie di benefici, come biglietti e abbonamenti. Il primo grado era stata riconosciuta, prima volta in Italia, l'associazione a delinquere a un gruppo ultrà, i Drughi
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