Montepremi sempre più povero e mal
distribuito nelle aree geografiche, ippodromi tenuti in
condizioni 'pessime', premi pagati a 130 giorni, e per quelli a
fattura addirittura 10 mesi (in Francia 15 gg): sono alcuni dei
punti salienti di un documento che dieci associazioni del trotto
hanno inviato al Masaf per chiedere interventi immediati e
concreti senza i quali il settore, che peraltro riscuote grandi
successi sportivi internazionali, con il nuovo anno dovrà
cessare l'attività. Gli ippici dal primo gennaio prossimo "non
saranno più in condizione di partecipare alle corse - si legge -
con la conseguente chiusura delle scuderie, il licenziamento
delle migliaia di addetti e delle loro famiglie, la consegna al
Ministero di migliaia di cavalli e fattrici, non potendo più
sostenere il costo del mantenimento".
Nella lettera si parla di una crisi "che colpisce da oltre un
decennio l'ippica" di "mancate risposte ai problemi che abbiamo
più volte sollevato nel corso del tempo". Da qui la richiesta di
"un aumento dello stanziamento del montepremi di 20 milioni
annui per i prossimi tre anni. La finanziaria è ormai alle porte
e il mantenimento o, addirittura, la riduzione di quello attuale
non consentirebbe alla filiera di continuare a svolgere il
proprio lavoro; una diversa distribuzione del montepremi a
livello geografico; disdire e rivedere le convenzioni con le
società di corsa. La qualità di molti dei nostri 'teatri' è
pessima per il disinteresse degli ippodromi. Troppi soldi spesi
male; un sistema di pagamento dei premi che consenta agli
operatori l' accredito dei premi in un massimo di 30 gg dalla
data della corsa.
La lettera è firmata dalle associazioni Anact, Ciga,
Federnat, Imprenditori Ippici, Ippica Nuova, Organismo Ippico,
Ptl, Snapt. Upt, Urtuma.
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