Il Brasile ha già ufficializzato i suoi 23 per il Mondiale. L'Inghilterra, avversaria degli azzurri a Manaus, una lista di 30 con le sette riserve già individuate.
Cesare Prandelli invece ha ancora spazio per il dubbio. O per la manovra, a secondo dei punti di vista. Domani il ct azzurro consegnerà la sua lista di 30 azzurri per la Coppa del Mondo, dal quale potrà pescare i 23 da portare nel ritiro di Mangaratiba. E per il momento la certezza più forte riguarda il codice etico: non sarà applicato a Giorgio Chiellini, difensore della Juve squalificato con la prova tv per una gomitata a Pjanic, ma che domani sarà tra i 30.
Una squalifica per una gomitata, con la prova tv, a poche ore dalle convocazioni: era più o meno questo lo scenario paventato da Prandelli, durante l'ultimo appuntamento a Coverciano. I test fisici diedero al ct l'occasione per un messaggio alla squadra: chi sbaglia a ridosso dei Mondiali è fuori. Già dall'immediato dopopartita di Roma-Juve, però, Prandelli si era fatta la sua idea sul caso Chiellini: il gomito alzato non era un gesto violento o inconsulto, non ricadeva insomma nel codice etico.
Neanche, secondo il ct, se il giudice sportivo avesse applicato il metro Destro. E infatti, quando Tosel ha deciso per le tre giornate, Prandelli ha ribadito: "Chiellini sarà nei 30: per me non è gesto violento, non ha alzato il braccio per fare male.
Rispetto il giudice sportivo, ma sono canali diversi - le sue parole - Io sono responsabile dei nostri comportamenti". Come a dire, una decisione in totale autonomia, in cui il Ct mette la faccia.
La distinzione tra azione di gioco e gesto violento è stata sempre evocata, in quattro anni. Ma i paragoni tra caso e caso, e giocatore e giocatore, lasciano spazio alle polemiche. De Rossi fu lasciato a casa per una gomitata (da dietro) in marcatura su calcio d'angolo durante Roma-Inter: era l'amichevole Italia-Spagna, Prandelli non aspettò la decisione del giudice sportivo. "Il giudice sono io", disse. Destro, per il caso che ha fatto giurisprudenza su Chiellini, incappo in un simbolico 'fermo': test atletici differiti a dopo la squalifica, ma - precisò il Club Italia - il Mondiale non è a rischio per motivi disciplinari. "Polemiche? Sul codice etico, sono quattro anni che se ne fanno - la risposta di Prandelli - Ricordo solo quel che successe all'origine: Balotelli prese due turni in Inghilterra, io ero a Manchester, non giudicai violento il fallo e lo chiamai. E nessuno fece polemica". A conti fatti Chiellini, punto fermo della difesa e per di più utilissimo per la sua duttilità (può giocare anche terzino, consentendo di ridurre di un'unità il parco difensori), ci sarà.
Minori certezze, il ct le nutre sugli attaccanti. Anche Giuseppe Rossi avrà infatti la sua chance. E' una chiamata last minute: fino a dopo il Sassuolo, le porte erano chiuse.
Significative le parole di Montella ieri: non è in condizione, non ci fosse il Mondiale non l'avrei fatto giocare a Livorno.
Prandelli ora è pronto a includerlo nella prelista.
Ufficialmente un premio, in realtà una finestra aperta sulla speranza di poter recuperare un giocatore ritenuto fondamentale, prima dell'infortunio. In ogni caso, la presenza di Rossi a Coverciano dal 19 sera rimette tutto in discussione tutto per gli attaccanti: se la preparazione di Rossi darà riscontri sorprendenti, anche per i 5 che partiranno per il Brasile.
Intanto non è da escludere che già domani il suo ingresso tiri fuori uno dei 7 attaccanti (Balotelli, Cerci, Cassano, Immobile, Destro, Gilardino, Insigne, in ordine non solo alfabetico).
Prandelli col suo vice Pin ha ancora poche ore per pensarci: al momento sembra più probabile che a fare spazio a Pepito sia uno degli 8 difensori (Barzagli, Bonucci, Chiellini, Paletta, Romulo, De Sciglio in pole, più due tra Maggio, Criscito, Abate e Astori) o a uno dei 10 centrocampisti (Pirlo, De Rossi, Marchisio, Thiago Motta, Montolivo, Candreva, Verratti, più tre tra Parolo, Poli, Aquilani, Florenzi)
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