Da quel 26 luglio 2003 sono passati
quasi vent'anni. Venti, lunghissimi anni. Da Vaduz a Ta'Qali,
dal Liechtenstein a Malta, per la Nazionale Under 19 c'è la
possibilità di tornare sul trono d'Europa. Dai ragazzi classe
1984 di Paolo Berrettini a quelli classe 2004 (e 2005) di
Alberto Bollini, che ritrovano il Portogallo dopo la sconfitta
nella fase a gironi: stavolta, però, non ci sono in palio i tre
punti, ma qualcosa di molto più importante. Qualcosa che resta
nella storia come i gol di Della Rocca e Pazzini. Al National
Stadium, calcio d'inizio alle 21 (diretta tv su Rai 3 e diretta
radio su Radio1 Rai).
"Non è una rivincita, è una finale europea - spiega Bollini
al sito della Figc -. Dobbiamo dare grandi meriti a questo
gruppo e allo straordinario lavoro fatto dallo staff per
arrivare fin qua, alla fine di un percorso molto tortuoso.
Arrivano alla finale due squadre dello stesso girone e questo fa
capire la qualità del Portogallo, ma anche la nostra. La
sconfitta nella fase a gironi non ha dato la fotografia esatta
del nostro gruppo. La squadra è stata brava a ri-azzerare tutto
dopo quel ko, anche attraverso l'unione fuori dal campo: un team
building che ci ha permesso di arrivare fin qui. Il Portogallo
arriva a questa finale senza aver perso una partita tra Elite
Round (i portoghesi avevano saltato il Main Round per ranking,
ndr) e fase finale, ma noi ce la giocheremo con le nostre armi".
Armi descritte dal capitano Giacomo Faticanti che, a distanza
di poco più di un mese, si gioca la seconda finale dopo quella
del Mondiale Under 20 persa a La Plata contro l'Uruguay. "La
finale si gioca con la testa: nervi saldi e tanto cuore -
aggiunge il centrocampista della Roma -. Il gruppo è stato la
nostra forza in questo cammino, e siamo sicuri che lo sarà anche
per questa partita". A centrocampo, dopo la squalifica scontata
contro la Spagna, rientra anche Cher Ndour: un'altra arma a
disposizione dell'Italia per tornare a vincere l'Europeo Under
19.
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