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Ct americano del Canada 'mi vergogno per le frasi di Trump'

Ct americano del Canada 'mi vergogno per le frasi di Trump'

'Final 4' della Nations League Concacaf diventa scontro politico

ROMA, 27 febbraio 2025, 16:57

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Fare in modo che, su un campo di calcio, non si ripetano le scene - ovvero tre violente risse nel giro di qualche secondo e i sonori fischi ai rispettivi inni - viste nella sfida del 4 Nations di hockey ghiaccio tra Usa e Canada dopo le parole del Presidente americano Donald Trump che vorrebbe fare della nazione vicina il 51/o stato degli Usa.
    Ad auspicarlo, stigmatizzando le parole del neoeletto presidente, è il ct del Canada, il 51enne statunitense (è nato nel Wisconsin) Jesse Marsch, alla guida della nazionale della foglia d'acero da maggio 2024 e in precedenza allenatore di Salisburgo, Lipsia e Leeds.
    L'occasione è stata la presentazione della 'Final Four' della Nations League della zona Concacaf che si giocherà al SoFi Stadium di Inglewood, in California, e il discorso è scivolato ben presto sul versante politico perché se il prossimo 21 marzo i canadesi batteranno il Messico e gli americani faranno altrettanto con Panama, la finale sarà fra le rappresentative nordamericane, quindi di due paesi fra i quali, per via di certe frasi, ultimamente non corre buon sangue.
    "Se c'è una cosa che voglio dire al mio Presidente - le parole di Marsch, riferite da Cnn e Bbc - è che deve smetterla con la storia ridicola del Canada cinquantunesimo stato americano. Come statunitense, mi vergogno per l'arroganza e la mancanza di rispetto dimostrata nei riguardi di un nostro storico e fedele vicino e alleato".
    "Il Canada è una nazione forte e indipendente, profondamente dignitosa, ed è un luogo che valorizza l'etica e il rispetto, a differenza del clima estremizzato, irrispettoso e spesso pieno di odio che c'è ora negli Stati Uniti. Quando penso da qui a quasi un mese - ha aggiunto Marsch in riferimento alla final four -, so che tutto ciò alimenterà la mia squadra, la mentalità e la volontà di gente che gioca per il Paese, e il desiderio di vincere questo torneo in ogni modo e di mostrare dentro e fuori dal campo esattamente quale sia il carattere canadese. In questo momento non potrei essere più orgoglioso di essere l'allenatore della nazionale del Canada. Ho trovato un posto che incarna gli ideali e la morale, non solo di cosa è il calcio ma di cosa è la vita: integrità, rispetto e convinzione che le brave persone possano fare grandi cose insieme. Tutti abbiamo diritto di parlare, è uno dei diritti fondamentali dell'essere americani ma, francamente, le parole di Trump sono state un insulto. Se ora il presidente mi risponderà? Non conosco personalmente Trump, lo seguo da lontano, ma volevo che fosse molto chiaro cosa penso io di questa idea del 51/o stato americano".
   

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