Mancava solo un punto, l'ultimo sforzo per la ratifica matematica di un dominio mai in discussione: dopo quattro anni di supremazia del Manchester City, il Liverpool detronizza Pep Guardiola e conquista il 20/o titolo nazionale.
La seconda Premier League (da quando il campionato inglese ha assunto questa denominazione) della sua gloriosa storia, per i Reds, dopo quella del 2020 vinta durante la pandemia, e per questo non festeggiata.
Ad Anfield, contro il Tottenham già con la testa alla semifinale di Conference League contro il Bodo Glimt, è stata una pura formalità: al momentaneo vantaggio degli Spurs con Dominic Solanke, i padroni di casa rispondono in 18' con tre gol (Luis Diaz, Alexis Mac Allister e Cody Gakpo), già prima dell'intervallo.
Nella ripresa il poker porta la firma di Mohamed Salah, quindi l'autogol di Destiny Udogie dà il via ufficiale ai festeggiamenti. Artefice dell'exploit stagionale dei Reds, l'olandese Arne Slot, chiamato a raccogliere la pesantissima eredità di Jurgen Klopp. Cinque anni di apprendistato tra Alkmaar e Feyenoord, quindi la chiamata a Liverpool: l'occasione della vita che non si è lasciato sfuggire.
Bravo a rigenerare un gruppo di giocatori che solo 12 mesi fa pareva essere arrivato al capolinea. Uno tra tutti, Mohamed Salah: reduce dalla sua peggiore stagione inglese, l'egiziano è stato il trascinatore assoluto della cavalcata dei Reds: 33 gol, accompagnati da 13 assist in 48 uscite. Meritandosi infine, a quasi 33 anni, il rinnovo di contratto per altre tre stagioni.
Praticamente senza inciampi la corsa domestica dei Reds in Premier: giusto il tempo per assorbire lo scivolone alla quarta giornata, la sconfitta di misura contro il Nottingham, e già prima della fine di ottobre il Liverpool è in testa, grazie ad una striscia che lo porterà a fine anni a contare 21 vittorie nelle prime 28 giornate. Un assolo che prosegue nel 2025: altre 12 gare senza sconfitte equivalgono alla più sicura ipoteca sulla Premier, eguagliando così il primato del Manchester United, detentore del record inglese di 20 campionati vinti.
Più che legittimo il trionfo del Liverpool, che oggi - rispetto ai tempi di Klopp - gioca più verticale, meno palleggio più ripartenze, ma con identico tasso di spettacolarità, certificato dai numeri: migliori attacco (80 gol in 34 giornate, più di 2 a partita), la seconda miglior difesa, di gran lunga la migliore differenza reti (+49).
Le uniche note negative, di una stagione peraltro ampiamente al di sopra delle più rosee aspettative, l'uscita al quarto turno in Coppa d'Inghilterra per mano del Plymouth (penultimo in Championship) e soprattutto la beffa in Champions League: dopo aver vinto tutte le partite nella fase a girone unico, così come l'andata di Parigi, i Reds sono stati sorpresi ai calci di rigore dal Paris Saint Germain di Luis Enrique. Una delusione che nulla, però, toglie alla gioia odierna di una tifoseria che grazie ad un olandese - il primo a vincere il campionato inglese - è tornata a riassaporare il gusto dolcissimo della vittoria.
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