Siti Internazionali
Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
Temi caldi
Condividi
Incidenti e tumulti oggi al parlamento serbo, dove i deputati dell'opposizione hanno inscenato una rumorosa protesta subito dopo l'inizio della nuova sessione di lavori dell'Assemblea.
L'intervento della presidente del parlamento Ana Brnabic e la successiva approvazione dell'ordine del giorno dei lavori sono stati interrotti a più riprese da cori ostili, fischi di disapprovazione e anche dal lancio di petardi e fumogeni, che hanno invaso l'aula di un denso fumo. Si sono registrate zuffe e colluttazioni fra esponenti delle opposte fazioni.
Una deputata ha accusato un malore ed è stata condotta in ospedale per la forte inalazione di fumo. La stessa presidente Brnabic, parlando con difficoltà per il denso fumo, ha voluto proseguire i lavori, tra i fischi e i cori di vuvuzela dei rappresentanti dell'opposizione. "Ci potete uccidere, potete contrastarci in tutti i modi, ma non potete fermare la Serbia nel suo percorso di sviluppo e successo. Nessuno potrà fermare questa Serbia!", ha urlato Brnabic avvolta dal fumo.
La contestazione dell'opposizione in parlamento è andata di pari passo con il proseguire delle proteste di piazza da parte di studenti e altre categorie di lavoratori, con raduni, cortei e blocchi stradali a Belgrado, Novi Sad e altre località della Serbia. Una mobilitazione che va avanti da novembre, dopo il crollo alla stazione di Novi Sad (nord) con la morte di 15 persone. Un incidente che viene attribuito all'incuria e alla mancanza di controlli ,legati alla corruzione dilagante nelle alte sfere politiche e dell'amministrazione. Non sono servite le dimissioni del premier Milos Vucevic a fine gennaio e l'accoglimento da parte delle autorità delle richieste degli studenti, il movimento di protesta prosegue assumendo tratti sempre più prettamente politici e mirando ai vertici del potere, a cominciare dal presidente Aleksandar Vucic, ritenuto il primo responsabile del 'regime' instauratosi nel paese, con scarsa democrazia e controllo sui media. Dopo quella di sabato scorso a Nis (sud), con la partecipazione di decine di migliaia di persone, altre grandi manifestazioni di protesta sono state annunciate per i prossimi giorni. E in ogni raduno, alle 11.52 vengono osservati 15 minuti di silenzio e raccoglimento in memoria delle 15 vittime alla stazione di Novi Sad.
Condividi
Notizie ANSA Scegli l’informazione di ANSA.it
Abbonati per leggere senza limiti tutte le notizie di ANSA.it
Abbonati oraANSA Corporate
Se è una notizia,
è un’ANSA.
Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.
Resta connesso
Ultima ora