Dal 6 all'8 ottobre terza edizione
di Firenze Books all'Ippodromo Visarno delle Cascine. La
rassegna, a ingresso libero, è un progetto di Confartigianato in
collaborazione con il Comune realizzato con contributi per la
promozione della città e del territorio. Presenti 13 case
editrici e quattro librerie indipendenti (Alfani, Farollo e
Falpalà, Florida, Leggermente) che contribuiscono gestendo sul
posto una grande libreria. Tra le presentazioni, domenica alle
17 è in programma "Un autunno d'agosto" (Chiarelettere) di
Agnese Pini che racconta l'eccidio che ha colpito la sua
famiglia insieme al presidente di Confartigianato Alessandro
Sorani, figlio del comandante di brigata Vittorio; un'ora dopo,
Paolo Malaguti presenta "Piero fa la Merica" con Raffaele
Palumbo e Alessia Bettini e sulle migrazioni riflette anche
Saverio Tommasi con il suo "Troppo neri" (Feltrinelli), in
programma venerdì 6 alle 16. Franco Bernini con il suo "Il
trono" (E/o) ci porta nella storia Niccolò Machiavelli sabato 7
alle ore 12 con Lorenzo Somigli.
La rassegna ha uno spazio importante per l'editoria per
bambini, che ha portato a una media partnership con Rai Radio
Kids, e fa da vetrina a autori emergenti. Nel 2022 Firenze Books
registrò oltre 12.000 presenze.
"C'è grande armonia tra autori affermati ed emergenti:
questo è lo spirito di Firenze Books - spiega il presidente di
Confartigianato Firenze Alessandro Vittorio Sorani - Le librerie
indipendenti rendono possibile tutto questo e sono, sempre, poli
di cultura e di riferimento per la comunità nei nostri
quartieri" come dimostrano "il successo di pubblico e di autori
delle due precedenti".
"È davvero una gioia veder crescere questa manifestazione -
ha detto la vicesindaca e assessore alla Cultura Alessia Bettini
‐, che per il terzo anno apre le porte ai lettori con una
programmazione ricca e variegata per tutti i gusti e tutti i
pubblici. Il festival delle librerie indipendenti si conferma un
appuntamento in grado non solo di stimolare l'interesse per la
lettura, ma anche di far riscoprire il rapporto diretto con chi
rappresenta un presidio culturale da non disperdere".
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