Un "incanto di paesaggio e cultura" minacciato dal progetto di costruzione del nuovo edificio dell'Isf, The International School of Florence, meglio conosciuta come Scuola americana. Così un gruppo spontaneo di oltre 100 residenti di Bagno a Ripoli, comune alle porte di Firenze, che oggi ha tenuto una conferenza stampa per ribadire la contrarietà alla edificazione di oltre 9.000 metri quadrati per ampliare la Scuola americana nella valle di Rimezzano, frazione di Ponte a Ema, tra le principali zone di ripopolamento faunistico della provincia di Firenze, priva di strade asfaltate e che ospita l'Oratorio di Santa Caterina delle Ruote, piccolo gioiello del '300.
All'incontro odierno erano stati invitati anche il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini e la direttrice dell'Isf, "ma non sono venuti" spiegano i promotori ricordando di aver già anche inoltrato una lettera al primo cittadino "per chiedere spiegazioni sulle ragioni di una scelta che contrasta con tutte le raccomandazioni, giunte anche da parte del Presidente della Repubblica, sui rischi del consumo indiscriminato di suolo. Tema di tragica attualità". Attualmente, si spiega "è in corso la stesura del ricorso da inoltrare al Presidente della Repubblica" e contro la cementificazione "si sono già pronunciati Italia Nostra e Legambiente".
L'ampliamento della Scuola è stato inserito nel nuovo Piano operativo approvato dal Comune il 31 luglio e diventato esecutivo il 6 ottobre: l'amministrazione ha reso edificabile un'area di sei ettari di proprietà dell'Isf. La Scuola, a Ponte a Ema già ha una sede in via del Carota, per gli alunni delle elementari. Il nuovo edificio è destinato agli studenti di medie e liceo, attualmente ospitati nella sede fiorentina: dovrebbe essere un immobile di due piani, parzialmente interrato. A preoccupare, oltre al consumo di suolo a "beneficio solo di privati", le eventuali conseguenze dello scavo, la cantierizzazione e il traffico: con le nuove classi triplicherebbe il numero degli attuali 200 allievi e già ora la viabilità è in sofferenza. Intanto il 3 dicembre nella valle ci sarà una festa aperta a tutti, "un momento di condivisione di quello che fino ad oggi è stato un bene comune".
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