''Questa è una storia di cultura.
La moda oggi parla di tutte le forme di arte, noi seguiamo questo modo di fare storytelling.
Parlare di stampe per
me significa parlare della nostra cultura. E' la chiave, se
capisco una stampa, capisco da dove vengo". Lo stilista francese
Pierre-Louis Mascia è arrivato oggi a Firenze, ospite di Pitti
Uomo 106, per la sua prima sfilata in passerella da quando nel
2008 ha lanciato il marchio che porta il suo nome, con la
collaborazione dei fratelli Uliassi, proprietari della stamperia
serica Achille Pinto di Como. Iniziata con una serie di sciarpe,
la collezione si è poi ampliata in una proposta lifestyle in cui
stampe e collage creano motivi intricati, coloratissimi e molto
vistosi. Mascia ha un passato da illustratore. In breve tempo ha
conquistato tanti appassionati del genere, e di recente, nel
2022, ha aperto la sua prima boutique a Milano e lanciato una
collaborazione con Diadora. Ora, la prima sfilata di moda per la
P/e 2025: 30 look uomo e donna che sfilano al Tepidarium del
Roster, una grande e scenografica serra nel centro di Firenze
che ha ospitato piante ornamentali e farfalle in passato (per
questo Mascia l'ha scelta). Ad introdurre lo show c'è una
performance di danza ancestrale diretta dal coreografo Pierre
Rigal. Per Mascia lo studio delle stampe è un metodo per
conoscere nuove culture, spiega prima della sfilata. Racconta
che i suoi vestiti sono ispirati a tutte le arti, con i colori
della vita, un'ode alla libertà vista attraverso un'infinita
gamma di sfumature.
''Questa è la mia prima sfilata. Ho immaginato gli studenti
delle scuole d'arte invadere il palco, con la loro tavolozza, i
loro pennelli, la loro immaginazione. Una ventata di colore,
perline e stampe: la grafica pura si affianca a fiori, alberi
della vita e motivi geometrici - spiega - Ci sono dei dégradé,
dei délavé e sempre dei riferimenti a quell'Oriente
scintillante, allo scontro tra rosso e arancio''. Sempre lo
ispira il lavoro di Yves Saint Laurent. Così lavora sulle
trasparenze, sulla dissolvenza dall'opaco al lucido, sulle forme
un po' evanescenti, per avere sovrapposizioni, altezze diverse,
contrasti tra la maglia e la seta avvolgente. E' tutto un mix di
culture diverse. ''Sono francese, lavoro in Italia e non avrei
mai potuto fare questo percorso senza questa libertà di
movimento e di pensiero - dice - L'Europa è ancora un terreno di
gioco dove gli artisti possono sviluppare progetti".
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