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Morto Ceraulo, il killer di Gucci: si è sparato dopo avere ferito il figlio

Morto Ceraulo, il killer di Gucci: si è sparato dopo avere ferito il figlio

L'uomo, 63 anni, è deceduto all'ospedale di Pisa

PISA, 30 aprile 2025, 19:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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È morto dopo una settimana di agonia all'ospedale di Pisa Benedetto Ceraulo, 63 anni, l'uomo che trent'anni fa finì in cella con l'accusa di avere ucciso l'imprenditore della moda Maurizio Gucci.

Ceraulo era stato ricoverato in gravi condizioni il 22 aprile scorso: si era sparato in testa dopo aver ferito, con una pistola di piccolo calibro, il figlio Gaetano, 37enne, al culmine di una lite scoppiata, secondo i carabinieri, per futili motivi. Il diverbio sarebbe nato per un graffio all'auto di cui sarebbe stato responsabile il 37enne.

Per l'omicidio Gucci, Ceraulo era stato condannato come esecutore materiale del delitto avvenuto a Milano nel 1995.
Un'accusa che aveva sempre respinto professandosi in innocente: gli era però costata una condanna all'ergastolo prima della definitiva riduzione di pena a oltre 28 anni di carcere.

Originario della Sicilia, Ceraulo aveva scontato buona parte della condanna alla colonia penale di Gorgona - l'isola dell'arcipelago toscano che ancor ospita un penitenziario - per poi stabilizzarsi fuori dal carcere nel Pisano da un paio d'anni, grazie ai benefici di legge ottenuti per la buona condotta. Prima aveva abitato ad Acciaiolo, frazione del Comune di Fauglia, poi aveva preso una casa in affitto nelle campagne di Santa Maria a Monte (Pisa) dove lo aveva raggiunto il figlio per trascorrere insieme le vacanze di Pasqua.

Martedì della scorsa settimana però, al culmine di una lite, il 63enne ha sparato al volto del figlio Gaetano prima di rivolgere l'arma contro se stesso per uccidersi. Il figlio è rimasto ferito in modo non grave, mentre il 63enne è giunto in condizioni disperate all'ospedale di Pisa dove è spirato ieri.

Subito dopo il ricovero in ospedale Gaetano Ceraulo, non in pericolo di vita, aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook un lungo post nel quale si era rivolto al padre: "Ti perdono per il male che mi hai fatto ma non per il male che hai inflitto a te stesso".

In quella lunga riflessione aveva anche ringraziato tutti coloro che gli avevano mostrato affetto e vicinanza, ma aveva anche continuato a rivolgere pensieri affettuosi nei confronti del genitore: "Il dolore più grande, in questo momento - aveva scritto - è per te che hai compiuto un gesto terribile e vile. Non mi riferisco al male fatto direttamente a me, ma al gesto ancor più vile che hai rivolto a te stesso. I proiettili possono solo ferire o uccidere la carne. Il dolore dell'anima, invece, è indelebile. La vita è sacra, va difesa sempre e comunque: che sia quella di un cagnolino, di un topolino o di un essere umano...anche quella di una persona che ha smarrito la strada". 
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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