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A Bolzano l'Anpi ricorda la deportazione dei sette di Gusen

A Bolzano l'Anpi ricorda la deportazione dei sette di Gusen

Tessera d'onore ai figli di Tullio de Gasperi

BOLZANO, 01 febbraio 2025, 12:36

Redazione ANSA

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Il presidente di Anpi Alto Adige Südtirol, Guido Margheri, in occasione dell'80/o anniversario della deportazione dei "7 di Gusen", partigiani del Comitato di liberazione nazionale di Bolzano, ha reso omaggio insieme a Enzo De Gasperi, figlio del partigiano Tullio De Gasperi, uno dei 7, alla installazione commemorativa che li ricorda presso il cimitero di Bolzano.
    Margheri ha consegnato a Enzo e suo fratello le tessere d'onore Anpi 2025. Per una straordinaria coincidenza oggi ricorre anche l'anniversario della nascita di Hans Pircher, partigiano dell'Andreas Hover Bund. Onorare la scomoda memoria delle "due resistenze" - sottolinea Anpi Alto Adige in una nota - è, certo, il "riconoscimento per chi ebbe il coraggio nelle difficili condizioni che caratterizzavano la nostra terra di opporsi e lottare per la libertà, ma è anche la riaffermazione dell'attualità dei valori fondamentali della Resistenza sanciti nella Costituzione. Anche il dialogo che ha costruito l'autonomia e la convivenza deve molto al lascito morale che le "due reistenze" ci hanno trasmesso. È un monito importante per la politica e le istituzioni", si legge ancora nella nota.
    I "7 di Gusen": Tullio Degasperi. Walter Masetti. Adolfo Beretta. Decio Fratini. Erminio Ferrari. Romeo Trevisan.
    Gerolamo Meneghini, furono, infatti, avviati alla deportazione verso i campi di sterminio il 1° febbraio del 1945, su uno dei treni partiti da Via Pacinotti. Saranno uccisi a Mauthausen e Gusen. Erano stati arrestati, picchiati e torturati in quanto componenti del Comitato di Liberazione Nazionale di Bolzano diretto da Manlio Longon "suicidato" dalla Gestapo in Piazza IV Novembre circa un mese prima per tutelare la segretezza della spia che l'aveva denunciato. Sia Longon che i suoi compagni non parlarono e, grazie al loro silenzio, il Cln di Bolzano continuò ad operare per sostenere i deportati nel Durchgangslager di Bolzano, animato da Franca "Anita" Turra, Mariuccia Visco Gilardi e tantissime altre persone.
   

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