Il gip di Trento, Enrico Borrelli,
si è riservato di decidere sulla richiesta di archiviazione
presentata dalla pm Patrizia Foiera della denuncia per omicidio
colposo depositata dai famigliari di Andrea Papi nei confronti
del presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e
del sindaco di Caldes, Antonio Maini. L'udienza in camera di
consiglio è durata oltre due ore, e i legali della famiglia e
delle sette associazioni animaliste costituitesi parte civile
hanno espresso la contrarietà all'archiviazione, mentre
l'avvocato della difesa, Alessandro Meregalli, ha rilevato "la
mancanza di ipotesi di reato".
La denuncia segue l'uccisione del 26enne Andrea Papi da parte
dell'orsa Jj4 nei boschi sopra l'abitato di Caldes, avvenuta il
5 aprile del 2023. Secondo i familiari del giovane,
rappresentati nell'udienza davanti al gip dall'avvocato Marco
Mayr, e dalle associazioni animaliste, sindaco e presidente
della Provincia non avrebbero fatto abbastanza per evitare la
tragedia.
"Per parte nostra abbiamo rivendicato l'estrema correttezza
dell'operato di Fugatti, che dal 2020 a oggi è intervenuto in
ogni modo per mettere in sicurezza la cittadinanza rispetto al
pericolo degli orsi. Confidiamo che il giudice possa accoglier
la richiesta di archiviazione", ha affermato Meregalli, che ha
chiesto anche l'esclusione delle associazioni animaliste
costituitesi parte civile.
Per il Partito animalista italiano (Pai) è invece intervenuto
l'avvocato Marco Vernillo, che ha evidenziato come "lo scopo
dell'opposizione alla richiesta di archiviazione è quello di una
richiesta agli inquirenti di un maggiore approfondimento in capo
alla posizione di Fugatti in merito all'obbligo di impedire
l'evento".
Assieme al Pai, sono costituite le associazioni Lav, Comitato
orsi sì, Animal liberation Odv, Meta odv, Task force animalista,
Fondazione Jigen odv e Comitato Ugda odv.
In occasione dell'udienza davanti al gip è stata organizzata
una manifestazione in largo Pigarelli da parte di alcuni
animalisti. Per evitare disordini è stato dispiegato un cordone
di forze dell'ordine all'ingresso del Palazzo di giustizia.
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