"Un terribile atto di bracconaggio"
e "di estrema gravità che deve seriamente allarmare tutti quanti
sono chiamati a gestire e a tutelare il patrimonio naturale del
nostro Paese. L'avvelenamento è uno delle metodologie più
subdole e pericolose per colpire il lupo e altre specie protette
e non, in quanto in grado di uccidere non solo la fauna
selvatica, ma persino animali domestici e persone. Questo
crimine deve far riflettere e non deve rimanere impunito". Il
Wwf è intervenuto con una nota sul rinvenimento dei giorni
scorsi di quattro lupi nei pressi dell'abitato di Barco di
Levico.
Seppur "in attesa delle analisi necroscopiche", anche per
l'associazione "l'ipotesi più accreditata resta quella
dell'avvelenamento. Per questo Wwf Italia esprime "la sua
profonda indignazione per questo terribile episodio che colpisce
il lupo, specie ad oggi ancora rigorosamente protetta, ma al
centro dell'attenzione mediatica".
Il sodalizio sollecita "indagini approfondite per risalire ai
colpevoli" e invita a "iniziare una seria riflessione" perché
"oggi più che mai è necessario un impegno concreto da parte
delle autorità competenti e dei cittadini per cambiare rotta".
Poi l'affondo sull'attuale amministrazione provinciale di
Trento, che "negli ultimi anni ha fatto delle campagne contro i
grandi carnivori una bandiera elettorale. Simili atti sono la
diretta conseguenza del clima d'odio diffuso da questo approccio
di politica e media locali e nazionali".
"Nessun atto di bracconaggio risolverà mai il conflitto tra
lupo e allevatori. E anche il declassamento dello stato di
protezione del lupo proposto a livello di Ue rappresenta uno
specchietto per le allodole e una falsa soluzione, che non
mitigherà il conflitto e non diminuirà il bracconaggio", avverte
il Wwf. Per l'associazione l'uccisione dei lupi in Valsugana non
è "un episodio isolato, ma si inserisce in un contesto di
crescente conflitto tra attività umane e fauna selvatica" Per
il Wwf l'eliminazione illegale dei lupi non può rimanere
impunita.
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