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Fenalt, 'emorragia di operatori nelle Case di riposo trentine'

Fenalt, 'emorragia di operatori nelle Case di riposo trentine'

Solo il 25% del personale riesce a usufruire del buono pasto

TRENTO, 11 febbraio 2025, 14:39

Redazione ANSA

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"Ogni giorno almeno un operatore si licenzia dalle case di riposo per spostarsi verso Apss: l'emorragia di personale è continua. Il problema delle case di riposo continua a non essere compreso da chi le gestisce". Ѐ la denuncia di Roberto Moser, vice segretario generale della Fealt, circa la situazione definita "di stallo", che "sta penalizzando gli operatori del settore" nonostante lo stanziamento provinciale di 3 milioni di euro a favore del personale delle case di riposo varato su richiesta dell'assessore provinciale alla sanità Mario Tonina.
    "Parliamo di una cifra che, distribuita tra circa 4.000 dipendenti delle Apsp, si traduce in circa 500 euro l'anno a operatore. Una somma che non cambia la vita a nessuno, ma che potrebbe rappresentare un incentivo per chi sta valutando di abbandonare le Apsp per passare ad Apss, dove le condizioni contrattuali sono migliori", ha osservato Moser.
    La Fenalt, ricorda Moser, ha sollecitato più volte l'Unione provinciale istituzioni per l'assistenza (Upipa) a convocare il tavolo sindacale per stabilire le modalità di ripartizione ed erogazione delle risorse, senza ottenere risposte: "Quando si trattava di comunicarci che le risorse non c'erano, le convocazioni arrivavano puntuali", sottolinea Moser. Lo stesso innalzamento dei parametri dell'assistenza generica operato dalla Provincia con la previsione di un aumento del numero di operatori (un Oss in più ogni 60 posti letto) non basta secondo la Fenalt.
    Quello del buono pasto è un altro tema centrale: "Ad oggi, solo il 25% dei lavoratori riesce effettivamente a usufruirne, mentre il restante 75%, a causa dei carichi di lavoro, ne resta escluso", avverte Moser. L'Apss ha anche avviato il recupero per chi li usa fuori orario, anche per solo quale minuto, come ha riportato recentemente l'ANSA. "Ogni giorno vengono trattenuti 7 euro a operatore", riferisce Moser che stime il risparmio per le Apsp in 6 milioni di euro annui. "Siamo stanchi di parole al vento. Sarà il giudice del lavoro a stabilire se questi lavoratori hanno diritto o meno al buono pasto", conclude la nota della Fenalt.
   

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