In una cattedrale gremita di fedeli
è stata celebrata la festa di San Valentino, con il solenne
pontificale presieduto dal vescovo di Terni Francesco Antonio
Soddu. Presenti il prefetto Antonietta Orlando, l'assessore
regionale Thomas De Luca, l'on Raffaele Nevi, il questore Luigi
Mangino, Francesco Maria Ferranti per la Provincia, il sindaco
di Stefano Bandecchi, assessori e consiglieri della Regione
Umbria, sindaci dei Comuni del comprensorio diocesano,
rappresentanti del mondo del lavoro e delle associazioni di
categoria, della scuola.
Durante il pontificale - del quale riferisce la diocesi - il
sindaco Bandecchi ha acceso la lampada votiva e pronunciato
l'atto di affidamento della città al santo Patrono, "segno di
devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad
essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con
onestà e saggezza ciò che giova al bene comune".
Terminato il pontificale, la processione ha accompagnato
l'urna del santo per il rientro nella basilica di San Valentino.
La benedizione del vescovo Soddu ha concluso la liturgia. L'urna
è stata quindi riposta all'interno della basilica.
"San Valentino - ha detto il vescovo nella sua omelia - è il
nostro santo Patrono e, in quanto tale, non è un idolo a cui
ricorrere o manipolare a nostro piacimento. Se dunque è il santo
patrono questo significa che a lui dobbiamo rivolgere la nostra
attenzione unicamente per conformare la nostra vita alla sua,
così come egli ha conformato la sua a quella di Cristo. In
questo anno santo appena iniziato san Valentino ci esorta a non
avere paura del fuoco purificatore di Dio; ci esorta ad
accogliere la sua misericordia e a farla diventare operativa
nella nostra vita, trasformata dal fuoco del suo amore".
"Siamo come Pietro, Giacomo e Giovanni - ha detto ancora
monsignor Soddu - i quali, dopo aver faticato tutta la notte,
registrano l'amara sorpresa di tirare in barca le retti senza
che vi sia un solo pesce. Davanti a questo dramma che tocca non
solo la persona dei pescatori ma che coinvolge le loro famiglie
e l'intera società, il Vangelo ci fornisce, come sempre, gli
elementi per capire la vicenda e scioglierne i nodi. Il dramma
di Pietro è anche il nostro dramma, è il dramma di tanti giovani
che, delusi dalle tante esperienze delle reti vuote, non sono
neanche in grado di riassettarle, compromettendo quindi
un'ipotetica nuova avventura".
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