"Una grave situazione strutturale,
che potrebbe costituire un pericolo per i poliziotti
penitenziari e gli stessi detenuti di Capanne, incredibilmente e
colpevolmente sottovalutata dai vertici del Provveditorato
regionale dell'amministrazione penitenziaria di Firenze, da cui
dipendono tutte le carceri umbre": è la denuncia di Donato
Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia
penitenziaria, che ha visitato oggi il carcere di Perugia
accompagnato dal segretario generale aggiunto Giovanni Battista
De Blasis e dai dirigenti locali del sindacato.
"La segreteria regionale umbra del Sappe - ha ricordato
Capece - ha segnalato, con diverse note a far data dall'aprile
2024, la grave situazione delle infiltrazioni di acqua nei
solai" di alcune sezioni"; "anche i telefoni presenti nei box
agenti sui vari piani non funzionano correttamente, a tutto
discapito della sicurezza".
"Cosa ancora più grave - ha aggiunto - è la decisione dei
dirigenti del Prap di Firenze i quali hanno spiegato di 'avere
conferito incarico a personale tecnico per la redazione di
progettazione': considerate tutte le burocrazie connesse, un
intervento urgente potrebbe vedere i primi sviluppi nei prossimi
mesi del 2025". "Questo è assurdo e inaccettabile", ha
commentato Capece, che è pronto a presentare un esposto "al
dipartimento di prevenzione dell'Asl territorialmente
competente, all'Ispettorato del lavoro ed al Visag, che è il
servizio di vigilanza sull'igiene e sicurezza
dell'amministrazione della giustizia".
Il leader nazionale del Sappe ha anche incontrato i
poliziotti ed il personale in servizio presso l'ufficio
distrettuale di esecuzione penale esterna di Perugia: "Una
realtà che spesso non si conosce, quella dell'area penale
esterna: eppure, parliamo di 1.815 cittadini solamente a Perugia
e 696 a Terni, mentre, sempre nel capoluogo regionale, i
minorenni e giovani adulti in carico agli uffici di servizio
sociale per i minorenni del capoluogo sono 354".
"Capanne è un carcere che ospita mediamente poco meno di 500
persone (erano 456 lo scorso 31 gennaio, tra esse 64 donne) a
fronte di una capienza regolamentare di circa 350 posti, in un
contesto regionale che vede detenute complessivamente circa
1.600 in esecuzione penale detentiva. Aggressioni,
colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse
ed i tentati suicidi sono purtroppo all'ordine del giorno", ha
concluso Capece, che informerà i vertici del dipartimento
dell'amministrazione penitenziaria - come annuncia in una nota
del sindacato - sul "mancato auspicato miglioramento delle
condizioni di lavoro del personale del Corpo di polizia
penitenziaria in servizio presso gli istituti penitenziari
dell'Umbria, per larga parte accomunati da gravissime
criticità".
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