Punta sul triathlon per migliorare la qualità della vita nei pazienti oncologici durante i trattamenti il progetto di ricerca "Psiconcologia, sport e qualità della vita" per testarne l'efficacia, promosso dall'Associazione umbra per la lotta contro il cancro insieme a Perugia Triathlon. Presentato nel capoluogo umbro, nella sala Rossa di palazzo dei Priori, durerà due anni e coinvolgerà i singoli pazienti per 12 mesi.
I destinatari sono pazienti oncologici, uomini e donne, tra 18 e 69 anni. In tutto 80 persone, inserite per metà in un gruppo sperimentale con accesso ad un programma di allenamenti, mentre l'altra metà in uno definito di controllo. I partecipanti al programma saranno seguiti da allenatori e tecnici messi a disposizione da Perugia Triathlon, in accordo con gli oncologi.
Saranno fatte valutazioni in tre fasi del percorso: iniziale, a metà e al termine.
"Per affrontare bene il cancro bisogna voler guarire e lo sport è un elemento formidabile di propensione verso la volontà a vivere", ha detto il presidente dell'Aucc, Giuseppe Caforio.
"Da anni - ha aggiunto - abbiamo avviato un percorso di incentivo della psiconcologia unita al moto. Dal cancro si può guarire, ma bisogna predisporsi alla guarigione. Lo sport è la via principale insieme all'alimentazione". Il progetto è stato realizzato grazie alla sinergica fra varie realtà. Alla presentazione sono intervenuti, fra gli altri, Lamberto Boranga (medico dello sport), Paolo Catanzaro (responsabile psiconcologia ospedale) e le psicologhe Giulia Di Marco e Michela Bellucci. Un sostegno all’iniziativa arriva anche dal Comune di Perugia. “Facciamo la nostra parte mettendo a disposizione gli impianti gratuitamente, come il Santa Giuliana e la palestra annessa - ha sottolineato l’assessore allo Sport Pierluigi Vossi -, per fare sì che le pratiche sportive permettano a tanti di annullare gli effetti negativi delle circostanze, e per accompagnare in un progressivo svolgimento di recupero chi ad oggi non conosce i benefici della pratica sportiva”. Il progetto, che rientra nelle celebrazioni del 40ennale dell’Aucc, è il primo studio pilota in Italia “che coinvolge la pratica di tre discipline sportive in combinata, promuovendo attività sportiva in maniera sistematica e un supporto psicologico regolare, in aggiunta alle cure farmacologiche di routine”, hanno sottolineato i promotori.
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