"La volontà della sinistra di
istituire la 'Commissione speciale sull'attuazione del Pnrr,
missione 6: salute', gravando sulle tasche dei cittadini umbri
per circa 363 mila euro, rappresenta la cartina tornasole di un
modo vecchio di fare politica che ha già portato l'Umbria nel
2019 a una situazione di drammaticità": lo affermano i
consiglieri regionali di opposizione Paola Agabiti Urbani
(Fratelli d'Italia), Nilo Arcudi (Umbria Civica - Tesei
Presidente), Matteo Giambartolomei (Fratelli d'Italia), Enrico
Melasecche Germini (Lega Umbria), Eleonora Pace (Fratelli
d'Italia), Laura Pernazza, Andrea Romizi (Forza Italia),
Donatella Tesei (Lega Umbria). "Chi si propone come il nuovo -
evidenziano - in realtà si affaccia al compito di governare la
Regione utilizzando logiche vecchie di decenni, determinate da
appetiti politici e gravate dai dissidi interni al 'Campo
largo', sedati solo in parte dalla mera spartizione di poltrone
e dalla volontà del Partito democratico di rimettere le mani
sulla sanità, dopo essere stato estromesso in seguito
all'assegnazione delle deleghe in capo alla presidente".
"In genere sono le opposizioni - sostengono ancora i
consiglieri in una nota - a chiedere l'istituzione delle
commissioni speciali per controllare l'operato della Giunta. In
questo caso è stata la maggioranza di sinistra a voler creare
tale strumento, inutile doppione della terza Commissione, per
riacquisire potere sulla gestione della sanità, delegittimando,
di fatto, la presidente Proietti delle sue competenze.
L'istituzione di questa commissione rappresenta un paradosso
anche nel momento in cui i gruppi di maggioranza decidono di
creare uno strumento di controllo all'operato della Giunta
Proietti sull'attuazione delle misure del Pnrr. Manca forse la
fiducia da parte della sinistra nelle capacità della sua
presidente?. In fase di discussione in Aula abbiamo proposto
degli emendamenti per azzerare i costi della commissione
speciale, eliminando gli uffici di supporto e non prevedendo
ulteriori indennità a presidente e vicepresidente. Entrambe le
proposte sono state bocciate dalla maggioranza senza addurre
motivazioni valide. Nessuno, infatti, è stato in grado di
spiegare i motivi alla base dell'istituzione di una commissione
che grava di 363mila euro sulle tasche dei cittadini. La
sinistra torna al passato e lo fa, come nel caso del taglio del
numero dei direttori, con operazioni di facciata utili ad
acchiappare like sui post social, ma gravemente dannose per il
futuro dell'Umbria".
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