Con le eccellenze mondiali
dell'informazione che si incontreranno a Perugia per affrontare
le nuove sfide nell'era del "disordine e della disinformazione
mondiale", dal 9 al 13 aprile il capoluogo umbro torna ad essere
un punto di riferimento globale di riflessione e discussione con
la 19/a edizione del Festival internazionale del giornalismo,
fondato e diretto da Arianna Ciccone e Chris Potter.
Entrambi hanno presentato il ricco programma dell'edizione
2025 alla stampa insieme a Stefania Proietti, presidente Regione
Umbria, Vittoria Ferdinandi, sindaca di Perugia, e Tommaso Bori,
vicepresidente Regione e assessore regionale alla Cultura.
Una "edizione speciale per un momento storico importante" è
stata definita da Ciccone e Potter. A preoccupare è soprattutto
"la deriva autoritaria che arriva anche dal nuovo asse
Trump-Putin", ma anche "il giornalismo tradizionale e la libertà
di informazione che sono sempre più sotto attacco".
"A Perugia arriveranno voci da ascoltare per capire quindi come
affrontare questo momento insieme" ha sottolineato Ciccone
presentando gli ospiti.
Oltre 500 speaker, tra Premi Nobel (Maria Ressa), Premi Oscar
(Yuval Abraham), Pulitzer (Julie Pace), figure iconiche del
nostro tempo, pluripremiati reporter, pionieri dell'innovazione
mediatica e voci autorevoli del settore, sono pronti a
confrontarsi in più di 200 panel.
Attraverso dibattiti, reportage e testimonianze dirette,
verranno analizzate le implicazioni dei conflitti in corso in
Medio Oriente, Europa, Africa e Asia, con particolare attenzione
alle situazioni in Ucraina, Palestina, Sudan e Siria, e al loro
impatto sul diritto internazionale e sui diritti umani.
Al centro del programma: le guerre, la crisi del diritto
internazionale, il crollo globale del finanziamento al
giornalismo, accelerato dalla sospensione dei fondi Usaid; la
crisi della libertà di stampa, tra leggi repressive e attacchi
ai media indipendenti; la manipolazione dell'informazione
nell'era dell'Ia, con piattaforme che ridefiniscono la realtà
stessa; la pressione degli oligarchi nei media e il declino
dell'editoria indipendente; le inchieste giornalistiche che
sfidano il potere, dai crimini di guerra in Ucraina ai regimi
repressivi nel Medio Oriente; le donne nel giornalismo
investigativo e il coraggio di raccontare storie censurate.
Si discuterà anche del ruolo cruciale dell'informazione nella
crisi climatica e il dibattito toccherà inoltre il tema della
fiducia nel giornalismo e delle strategie per riconquistare il
pubblico in un'epoca di polarizzazione e campagne di
disinformazione su larga scala.
Come di consueto sarà dedicato spazio ai temi dei diritti
umani, esplorando il legame tra giornalismo e giustizia sociale:
dall'uguaglianza di genere alla rappresentazione delle minoranze
nei media, alla denuncia della violenza sessuale nei contesti di
guerra e repressione. Fino a identificare e analizzare la nuova
era dei "broligarchi", la stretta élite di miliardari tecnocrati
che ridefinisce gli equilibri del potere tra media, tecnologia e
politica.
Il Festival metterà così in luce il modo in cui l'informazione
sta cambiando sotto la pressione di nuovi attori.
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