"È un momento molto difficile per
chi si occupa di sostenibilità, anche perché l'amministrazione
Trump ha introdotto nella lista delle parole vietate proprio
sostenibilità, crisi climatica, cambiamento climatico": lo ha
affermato con l'ANSA l'economista e statistico Enrico Giovannini
a margine della sua lectio magistralis dal titolo "Le sfide
globali per lo sviluppo sostenibile" che ha tenuto
all'Università per Stranieri di Perugia. Il già già Ministro
delle infrastrutture e del lavoro, ha poi sottolineato che ci
sono, anche in altri luoghi del mondo, delle reazioni a un
movimento che invece "sta non solo prendendo piede, ma
dimostrando che investire in sostenibilità e in transizione
ecologica e digitale conviene".
"Conviene alle imprese, alle comunità, per esempio pagando
bollette elettriche più basse" ha proseguito Giovannini
evidenziando come ci sia "indubbiamente una battaglia
ideologica". "Molti pensano - ha detto - che la crisi climatica
non esiste perché chi ha interesse a mantenere lo status quo e
quindi non essere obbligato, per esempio, a rinunciare al
proprio business per energie rinnovabili, ha dietro delle lobby
molto forti".
Insomma, per Giovannini il processo è "molto complesso",
quindi anche per il ciclone Trump che si è abbattuto a livello
globale. "Da un certo punto di vista - ha sostenuto - questo ha
smascherato il greenwashing il socialwashing, visto che è
abbastanza impressionante quanto alcune imprese americane
abbiano immediatamente abbandonato le politiche sbandierate
sulla diversità, l'inclusione, ma anche sulla transizione
ecologica".
Perché? "Perché - ha risposto Giovannini - questa volta la
pressione dell'amministrazione americana è molto più forte della
prima. Durante la prima amministrazione Trump, nonostante tutti
i proclami del presidente, ci fu il numero massimo di chiusura
di centrali a carbone e la quantità massima storicamente di
nuovi impianti rinnovabili. Adesso, forse avendo imparato da
quell'approccio, c'è molta più rigidità normativa
sull'installazione, per esempio, di rinnovabili per evitare che
il mercato, che va in questa direzione perché è più conveniente,
smentisca quello che il presidente dice".
Ma anche a livello europeo, secondo l'ex ministro, ci sono
forze che spingono in direzione opposta. "Ora c'è questa
proposta della Commissione europea, il cosiddetto Omnibus, che
contiene varie semplificazioni utili, ma ha anche degli elementi
che invece presentano degli arretramenti molto forti" ha
concluso l'ex ministro.
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