"Ricordare le vittime delle foibe
e l'esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati dalle loro terre con
tutto il portato di sofferenza umana e devastazione, è un dovere
di tutte le istituzioni. Non solo perché dal 2004 la nostra
Repubblica ha istituito il 'giorno del ricordo' al fine di
conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani
e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre
degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della
più complessa vicenda del confine orientale": è quanto afferma
la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti.
"Si tratta di un capitolo doloroso e atroce della nostra
storia prosegue la presidente in una nota della Regione - che
va ricordato per mantenere sempre vivi i valori della libertà e
del rispetto della dignità umana. Ricordare nella 'verità
storica' ciò che è accaduto a tantissimi italiani che, solo per
il fatto di essere tali, furono torturati, depredati, uccisi,
infoibati e quindi lesi con una morte orribile e senza
sepoltura, significa ridare loro dignità almeno nella memoria
collettiva. Perché è doveroso rendere omaggio a chi, innocente,
ha subito ingiustizie e sofferenze indicibili, per non
dimenticare una orribile pagina per troppo tempo negata anche
dai libri di storia".
"Il Giorno del ricordo - osserva ancora Stefania Proietti -
vuole essere un momento di riflessione e di memoria partendo dal
presupposto che i crimini di nazionalismi e dittature non hanno
colore politico, vanno sempre con convinzione e unanimità
condannati. Personalmente ho avuto l'onore e il privilegio di
conoscere una concittadina che ha subito l'esilio insieme a
tutta la sua famiglia, che ha visto morire tanti suoi cari e,
per tutta la vita, ha portato su di sé la 'cicatrice' di queste
sofferenze impresse solo per il fatto di essere un'italiana nata
e vissuta in quei luoghi. Oggi all'amica e straordinaria
testimone di storia Raffaella, è stato impresso un altro dolore
con quanto accaduto della foiba di Basovizza. E' questo che non
possiamo permettere, è questo che dobbiamo e possiamo evitare,
istruendo ed educando le giovani generazioni al rispetto della
dignità umana, anche attraverso il racconto della nostra storia
e delle sue pagine più crudeli e difficili come quella delle
Foibe".
"Con convinzione personale e istituzionale sostengo (e mi
attiverò per questo) - conclude la presidente - che alle giovani
generazioni vada trasmessa la conoscenza dei fatti accaduti
perché soltanto così si può lavorare per rafforzare l'impegno
affinché queste violenze non si ripetano più e invece si
perseguano sempre i valori della pace, della libertà e del
rispetto della dignità umana".
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