In merito all'mpianto Bioter a
Terni, "l'azienda comunica il riavvio senza attendere il
pronunciamento del Consiglio di Stato" e l'assessore Thomas De
Luca chiede agli uffici il riesame dell'intera autorizzazione.
"L'impianto di coincenerimento Bioter di Terni, autorizzato
nel 2017 e che aveva comunicato la sospensione dell'attività dal
febbraio 2020, a seguito della sentenza del Tar Umbria
00125/2024 Reg.Ric. ha comunicato ai servizi regionali la messa
in esercizio dell'impianto a far data dal 13 maggio 2025. A tale
proposito si precisa che per "messa in esercizio" si intende
l'avvio dell'attività e la prima accensione dell'impianto, a
differenza della "messa a regime" che invece riguarda l'avvio
della produzione vera e propria e che deve avvenire entro 90
giorni dalla messa in esercizio. Lo sottolinea un comunicato
della Regione.
"Nonostante il ricorso della Regione Umbria al Consiglio di
Stato - per il quale è stata richiesta l'anticipazione della
trattazione dell'udienza decisoria che dovrebbe essere imminente
- l'azienda ha deciso, assumendosene integralmente la
responsabilità, di riattivare l'impianto, sebbene - continua il
comunicato - non risulterebbe essere stato adeguato alle
conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (Bat
conclusions) come da anni è stato richiesto dall'autorità
competente.
L'Ente Regione nell'esercizio delle proprie attribuzioni in
materia di energia e ambiente che la vedono coinvolta nelle
attività di indirizzo, programmazione e tutela della
ponderazione degli interessi pubblici in gioco non intende farsi
espropiare da quelli che sono i propri poteri e le proprie
competenze. La lotta all'inquinamento resta una priorità
assoluta della Giunta regionale.
Il quadro critico della qualità dell'aria nella Conca
Ternana, in particolare nell'area dove insiste l'impianto, le
normative di settore e le misure previste dai piani regionali
impongono una verifica approfondita e urgente sulla conformità
del riavvio. Sebbene il procedimento di riesame
dell'Autorizzazione integrata ambientale sia attualmente sospeso
in attesa di un giudizio del Consiglio di Stato, a cui si è
rivolta la Regione Umbria dopo la sentenza del Tar favorevole
alla Bioter che ha affermato che non sussisterebbe l'automatismo
del riesame dell'Aia come sottolineato dalla stessa sentenza la
normativa (art. 29 octies d.lgs. n. 152 del 2006) consente una
valutazione discrezionale dell'Autorità competente per disporre
il riesame in diverse circostanze".
"Queste - spiega ancora il comunicato della Regione -
includono la necessità di aggiornare l'autorizzazione per
garantire che le emissioni corrispondano ai 'livelli di
emissione associati alle migliori tecniche disponibili' o
qualora le prescrizioni non garantiscano il conseguimento degli
obiettivi di qualità ambientale o, ancora, qualora sviluppi
delle norme di qualità ambientali o nuove disposizioni
legislative lo esigano. Ad oggi l'area di Maratta continua a
presentare criticità significative in termini di qualità
dell'aria. La stazione di monitoraggio di Maratta, area dove
insiste l'impianto Bioter, ha registrato nel 2023 e 2024 ben 41
giorni di superamento del limite giornaliero di PM10 (50 µg/mc).
Questo dato è ben oltre la soglia attuale di 35 giorni
consentita dal D.Lgs 155/20106 e più del doppio rispetto al
limite previsto dalla nuova Direttiva (Ue) 2024/2881 che entrerà
in vigore nei prossimi anni. Anche i valori medi annuali di PM10
e PM2.5 rilevati a Maratta nel 2024 risultano superiori ai nuovi
limiti che entreranno in vigore nel 2030. Maratta si conferma
unica area della regione con mancato rispetto dei limiti di
legge per la qualità dell'aria e zona più inquinata dell'Umbria.
Tale situazione, anche in termini di superamento dei limiti
di PM10, ha portato negli anni precedenti all'avvio di una
procedura di infrazione da parte della Commissione europea
contro l'Italia. Procedura che in costanza dei suddetti
superamenti e con un aggravio della situazione esistente
potrebbe riproporsi con ripercussioni anche economiche
sull'Ente. Inoltre, il recente aggiornamento del Piano Regionale
per la qualità dell'aria, approvato nel dicembre 2022, si
propone in via prioritaria la risoluzione del problema
dell'inquinamento atmosferico nella Conca Ternana.
Tra le misure inserite, la misura P1T02 prevede che, per gli
impianti produttivi collocati nell'area critica della Conca
Ternana, l'Autorità competente applichi, in sede di rilascio,
rinnovo e modifica sostanziale dell'Aia, vincoli emissivi pari o
inferiori al valore più restrittivo indicato nelle BAT
Conclusions.
A tal fine, la Regione Umbria ha sottoscritto un Accordo di
programma con il Ministero dell'Ambiente per il risanamento
della qualità dell'aria nella Conca Ternana che ha messo a
disposizione 29 milioni di euro per le azioni individuate. In
mancato rispetto dell'applicazione di tali misure potrebbe
persino compromettere l'utilizzo finale di tali risorse.
Alla luce di tutto ciò l'assessore regionale all'Ambiente,
Thomas De Luca, ha ritenuto pertanto di scrivere agli uffici
preposti in materia di rilascio delle autorizzazioni di
verificare la sussistenza delle condizioni per procedere con il
riesame dell'AIA ai sensi dell'articolo 29-octies del D.Lgs.
152/2006, al fine di confermare la linea interpretativa di
esigere l'applicazione delle Bat Conclusion prima di qualsiasi
attività di riavvio dell'impianto, garantendo il massimo livello
di protezione ambientale a cui i cittadini ternani hanno diritto
come nel resto della regione".
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