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Nome Carlo Acutis per Neuroriabilitazione ospedale Foligno

Nome Carlo Acutis per Neuroriabilitazione ospedale Foligno

La struttura intitolata al beato prossimamente santo

PERUGIA, 08 aprile 2025, 11:08

Redazione ANSA

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L'ospedale di Foligno ha intitolato il reparto di Neuroriabilitazione al beato Carlo Acutis.
    La cerimonia si è svolta alla presenza di monsignor Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi - Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, Antonia Salzano, madre del beato, la dirigenza dell'Ospedale e della Usl Umbria 2 e il personale medico-sanitario.
    L'intitolazione nasce da un'iniziativa dal personale del reparto, guidato dalla caposala Costanza Fontetrosciani, dopo avere visitato la tomba di Carlo Acutis ad Assisi. "La scelta è stata condivisa da tutto il personale - ha spiegato Fontetrosciani, attraverso un comunicato della Usl - perché Carlo ha rappresentato per noi una figura giovane, brillante e di grande speranza, soprattutto per quei pazienti che, come nei nostri reparti, affrontano situazioni di cura difficili".
    La decisione sottolinea "una visione sempre più integrata tra approccio medico-scientifico e dimensione spirituale", si spiega ancora nella nota. Il dottor Mauro Zampolini, direttore del dipartimento di Riabilitazione dell'Azienda Usl Umbria 2, ha ribadito "la convinzione, supportata da evidenze scientifiche, che la spiritualità possa migliorare l'esito delle cure".
    "L'idea della connessione fra l'approccio medico sanitario e la spiritualità è un qualcosa in cui abbiamo sempre creduto" ha affermato. "È scientificamente consolidato che i pazienti con fede e spiritualità hanno più chance di recupero e accogliere la protezione di Carlo Acutis ha anche una sua specificità" ha aggiunto.
    Il direttore del dipartimento di Riabilitazione ha evidenziato due legami particolari di Acutis con il reparto: la sua morte per emorragia cerebrale, una condizione neurologica, e il suo rapporto positivo con la tecnologia, vista come strumento per diffondere il bene.
    Antonia Salzano ha condiviso alcune testimonianze sulla vita del figlio, sulla sua premonizione riguardo la causa della morte e sul miracolo riconosciuto per la sua prossima canonizzazione, legato alla guarigione inspiegabile di una ragazza vittima di un grave trauma cranico. Ha inoltre ricordato l'impegno di Carlo nell'usare internet e il computer per creare la sua mostra sui miracoli eucaristici, diffusa oggi in tutto il mondo. "Carlo ha usato la tecnologia per annunciare il Vangelo - ha detto la madre - dimostrando che, se usata per il bene, può fare tantissimo".
    La dottoressa Orietta Rossi, direttrice dell'Ospedale di Foligno, ha collegato il tema della tecnologia all'importanza dell'inclusione e della comunicazione con il paziente. "La tecnologia non riguarda solo i giovani - ha osservato - ma è fondamentale che tutti ne comprendano il linguaggio per non sentirsi esclusi. Questo può migliorare la compliance del paziente nel processo di cura".
    Il dottor Piero Carsili, direttore generale dell'Azienda Usl Umbria 2, ha ringraziato il Vescovo Sorrentino per aver "apprezzato questa scelta nella consapevolezza che la spiritualità migliora la cura". "Iniziative come questa - ha detto - aiutano le persone malate e accompagnano la guarigione basata su criteri scientifici".
    Il vescovo Sorrentino ha elogiato l'iniziativa come un passo significativo verso l'integrazione di "due mondi che la storia, la cultura e una pseudoscienza avevano separato". Ha definito quello di Foligno un "ospedale pilota" in questo senso, "superando una visione cartesiana che divide spirito e materia, a favore di un approccio più olistico e narrativo, intimamente cristiano e biblico, che considera la persona nella sua globalità". "Porre qui l'immagine di Carlo Acutis - ha sostenuto il vescovo - non è solo un atto religioso, ma un atto di 'scienza', che rappresenta la medicina del futuro".
    Definendo Carlo un "sorriso di cielo per questa terra ferita", ha auspicato che la sua presenza porti conforto e speranza ai malati e al personale.
    La cerimonia si è conclusa con la benedizione dell'immagine del beato e dell'intero reparto da parte del vescovo, un gesto simbolico per invocare la "carezza di Dio" su pazienti e operatori.
   

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