L'ospedale di Foligno ha
intitolato il reparto di Neuroriabilitazione al beato Carlo
Acutis.
La cerimonia si è svolta alla presenza di monsignor Domenico
Sorrentino, Vescovo di Assisi - Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di
Foligno, Antonia Salzano, madre del beato, la dirigenza
dell'Ospedale e della Usl Umbria 2 e il personale
medico-sanitario.
L'intitolazione nasce da un'iniziativa dal personale del
reparto, guidato dalla caposala Costanza Fontetrosciani, dopo
avere visitato la tomba di Carlo Acutis ad Assisi. "La scelta è
stata condivisa da tutto il personale - ha spiegato
Fontetrosciani, attraverso un comunicato della Usl - perché
Carlo ha rappresentato per noi una figura giovane, brillante e
di grande speranza, soprattutto per quei pazienti che, come nei
nostri reparti, affrontano situazioni di cura difficili".
La decisione sottolinea "una visione sempre più integrata
tra approccio medico-scientifico e dimensione spirituale", si
spiega ancora nella nota. Il dottor Mauro Zampolini, direttore
del dipartimento di Riabilitazione dell'Azienda Usl Umbria 2, ha
ribadito "la convinzione, supportata da evidenze scientifiche,
che la spiritualità possa migliorare l'esito delle cure".
"L'idea della connessione fra l'approccio medico sanitario e la
spiritualità è un qualcosa in cui abbiamo sempre creduto" ha
affermato. "È scientificamente consolidato che i pazienti con
fede e spiritualità hanno più chance di recupero e accogliere la
protezione di Carlo Acutis ha anche una sua specificità" ha
aggiunto.
Il direttore del dipartimento di Riabilitazione ha
evidenziato due legami particolari di Acutis con il reparto: la
sua morte per emorragia cerebrale, una condizione neurologica, e
il suo rapporto positivo con la tecnologia, vista come strumento
per diffondere il bene.
Antonia Salzano ha condiviso alcune testimonianze sulla
vita del figlio, sulla sua premonizione riguardo la causa della
morte e sul miracolo riconosciuto per la sua prossima
canonizzazione, legato alla guarigione inspiegabile di una
ragazza vittima di un grave trauma cranico. Ha inoltre ricordato
l'impegno di Carlo nell'usare internet e il computer per creare
la sua mostra sui miracoli eucaristici, diffusa oggi in tutto il
mondo. "Carlo ha usato la tecnologia per annunciare il Vangelo -
ha detto la madre - dimostrando che, se usata per il bene, può
fare tantissimo".
La dottoressa Orietta Rossi, direttrice dell'Ospedale di
Foligno, ha collegato il tema della tecnologia all'importanza
dell'inclusione e della comunicazione con il paziente. "La
tecnologia non riguarda solo i giovani - ha osservato - ma è
fondamentale che tutti ne comprendano il linguaggio per non
sentirsi esclusi. Questo può migliorare la compliance del
paziente nel processo di cura".
Il dottor Piero Carsili, direttore generale dell'Azienda Usl
Umbria 2, ha ringraziato il Vescovo Sorrentino per aver
"apprezzato questa scelta nella consapevolezza che la
spiritualità migliora la cura". "Iniziative come questa - ha
detto - aiutano le persone malate e accompagnano la guarigione
basata su criteri scientifici".
Il vescovo Sorrentino ha elogiato l'iniziativa come un passo
significativo verso l'integrazione di "due mondi che la storia,
la cultura e una pseudoscienza avevano separato". Ha definito
quello di Foligno un "ospedale pilota" in questo senso,
"superando una visione cartesiana che divide spirito e materia,
a favore di un approccio più olistico e narrativo, intimamente
cristiano e biblico, che considera la persona nella sua
globalità". "Porre qui l'immagine di Carlo Acutis - ha sostenuto
il vescovo - non è solo un atto religioso, ma un atto di
'scienza', che rappresenta la medicina del futuro".
Definendo Carlo un "sorriso di cielo per questa terra
ferita", ha auspicato che la sua presenza porti conforto e
speranza ai malati e al personale.
La cerimonia si è conclusa con la benedizione dell'immagine
del beato e dell'intero reparto da parte del vescovo, un gesto
simbolico per invocare la "carezza di Dio" su pazienti e
operatori.
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