''Non l'ho mai minacciata, è vero le ho scritto delle parole brutte, di cui mi pento e chiedo scusa, ma durante alcuni litigi e non l'ho mai picchiata''. Lo ha detto, in aula durante il suo interrogatorio, il giovane valdostano di 20 anni a processo con l'accusa di stalking nei confronti della ex, ancora minorenne, a cui avrebbe rivolto anche la minaccia: "Ti faccio fare la fine di quella là". Un evidente riferimento all'omicidio di Giulia Cecchettin.
Oggi si è tenuto l'interrogatorio dell'imputato: un'ora in cui, davanti al giudice Marco Tornatore ha cercato di spiegare che nella loro breve relazione, andata avanti dall'estate del 2022 fino a dicembre dello stesso anno, si sono visti di persona una sola volta, e che ''nelle nostre lunghe conversazioni al telefono o in chat, litigavamo spesso, e lì scappavano parole anche brutte, ma da parte di entrambi''.
Il giovane, 20 anni compiuti oggi, ha spiegato che nel dicembre del 2022 ''il padre mi ha chiesto di lasciarla stare e così ho fatto, ci siamo risentiti un poi tra luglio e agosto del 2023, ma non ha funzionato. E a fine agosto ho iniziato una nuova relazione''. L'imputato ha risposto a tutte le domande, sostenendo sempre di non averla mai e poi mai ''minacciata di morte o di averla picchiata. Ci siamo visti solo una volta intorno a settembre del 2022. Ma non eravamo da soli''.
Quando l'avvocata di parte civile, Anna Ventriglia, gli ha fatto presente che nelle chat delle conversazioni, tutte agli atti, ci sono frasi come ''non ti azzardare che ti vengo a prendere'' lui dice di ''essere dispiaciuto di averlo scritto, ma erano in un contesto particolare, si dicevano cose pesanti e mi dispiace tanto''.
Il giovane era finito in carcere il 24 novembre del 2023 e ne era uscito il 5 dicembre, dopo che gli erano stati concessi gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Ad oggi è sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora ad Aosta e di avvicinamento alla parte offesa, e porta ancora il braccialetto elettronico. Il processo è stato rinviato al 28 febbraio prossimo per la discussione e la sentenza. Le indagini dei carabinieri erano state coordinate dal pm Manlio D'Ambrosi. .
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