"Non si pensi, oggi, che la
Liberazione delle nostre Valli pagata ottant'anni fa a caro
prezzo sia definitiva e irreversibile: il fascino del laccio,
della prigionia, della limitazione di atti e pensieri tenta ogni
giorno il cuore dell'essere umano, illudendolo che la vita sia
così più sicura, che i pericoli veri o presunti si
allontanino...salvo accorgersi presto di come la vita soffochi e
il desiderio di costruire, creare, rigenerare imploda in un buco
nero di morte. E non basta vigilare, stare attenti a chi
trascina verso questo baratro con piglio deciso e convincente:
occorre opporre un sentimento ostinato e contrario di apertura
felice verso il nuovo plurale e multiforme e uno sguardo sacro
verso il passato migliore quando, come in quel 28 aprile 1945,
un intero popolo aveva respirato, nel presente, l'aria di un
domani fresco di speranza". Lo ha detto il sindaco di Aosta,
Gianni Nuti, in occasione delle celebrazioni per l'80/o
anniversario della Liberazione in Valle d'Aosta.
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