La percezione di eventuali pressioni è una questione molto soggettiva e le dimissioni non si possono imporre, ma sono un atto libero: questo - secondo quanto si è appreso - è stato riferito nel corso dell'audizione in quarta commissione consiliare del segretario generale della Regione, Stefania Fanizzi, e del dirigente Valter Mombelli, a riguardo delle "pressioni esercitate da alcuni componenti della giunta regionale affinché si procedesse a un aumento degli emolumenti del management Cva" - richiesta "accompagnata dalla minaccia di dimissioni" - riferite dall'ex presidente di Finaosta Nicola Rosset nella lettera al Consiglio Valle del 28 marzo scorso.
In una riunione del 31 agosto 2022 si incontrarono l'allora presidente della Regione, Erik Lavevaz, l'allora assessore alle Partecipate, Luciano Caveri, la segretaria generale Fanizzi, Mombelli come coordinatore del dipartimento Società partecipate, il presidente di Cva, Marco Cantamessa, l'ad di Cva Giuseppe Argirò, Rosset e il dg di Finaosta dell'epoca, Paolo Giachino.
Cva era da poco uscita dai vincoli sui compensi imposti dalla legge Madia e i suoi vertici volevano degli aumenti. Per Finaosta il cda avrebbe potuto dimettersi, in modo da poter fare un nuovo bando per via delle mutate condizioni, oppure la Regione avrebbe dovuto dare la propria autorizzazione formale (che non ci fu).
Durante l'audizione di oggi dei due dirigenti regionali, durata oltre due ore, è stato confermato - secondo quanto trapelato - che i compensi del cda di Cva potevano essere aumentati da Finaosta, come da previsione del codice civile, secondo cui l'azionista può aumentare lo stipendio del proprio amministratore a fronte di determinate situazioni.
Al centro del confronto tra i consiglieri anche la consegna agli eletti dell'ampia documentazione prodotta da Cva dopo la risoluzione approvata dalla maggioranza. Si tratta di documenti che potrebbero contenere informazioni privilegiate e che verranno forniti solo ai consiglieri che ne hanno fatto richiesta; istanza che alcuni hanno già fatto sapere di non aver voluto presentare.
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