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Papa: è legge trasferimento fondi Segreteria di Stato

Papa: è legge trasferimento fondi Segreteria di Stato

Francesco completa 'rivoluzione'. All'Apsa anche Obolo S.Pietro

CITTÀ DEL VATICANO, 28 dicembre 2020, 18:24

Di Fausto Gasparroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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    Papa Francesco completa la sua 'rivoluzione' nelle finanze vaticane e, con il Motu Proprio "Una migliore organizzazione", converte in legge il passaggio della gestione dei fondi e degli immobili della Segreteria di Stato all'Apsa e del loro controllo alla Segreteria per l'Economia. "A decorrere dal 1/o gennaio 2021 la titolarità dei fondi e dei conti bancari, degli investimenti mobiliari e immobiliari, ivi incluse le partecipazioni in società e fondi di investimento, finora intestati alla Segreteria di Stato, è trasferita all'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica che curerà la loro gestione e amministrazione". Essi "saranno sottoposti a un controllo ad hoc da parte della Segreteria per l'Economia", recita il primo articolo, dal titolo "Trasferimento degli investimenti e della liquidità".

    Il nuovo testo di legge, firmato dal Pontefice il 26 dicembre, stabilisce anche che la Segreteria per l'Economia "d'ora in avanti svolgerà anche la funzione di Segreteria Papale per le materie economiche e finanziarie". Sempre al primo articolo, al comma 2, si spiega che "la Segreteria di Stato trasferisce quanto prima, non oltre il 4 Febbraio 2021, tutte le sue disponibilità liquide giacenti in conti correnti ad essa intestati presso l'Istituto per le Opere di Religione o in conti bancari esteri, all'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica su conto bancario da questa indicato".

    Il comma 4 sancisce che "a decorrere dall'esercizio 2021, le contribuzioni a qualunque titolo dovute o liberamente devolute alla Santa Sede da parte di Enti ecclesiali di qualunque tipo, ivi incluse quelle del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e dell'Istituto per le Opere di Religione, come anche quelle di cui al canone 1271 CJC (i contributi dalle diocesi di tutto il mondo, ndr), saranno versate su un conto denominato 'Budget Generale della Santa Sede'", gestito dall'Apsa.

    Fondamentale l'articolo 2 del Motu proprio ("Gestione dei fondi papali"), secondo il quale l'Apsa "costituirà un accantonamento di bilancio denominato 'Fondi Papali'", con l'apertura di specifici sottoconti per l'"Obolo di San Pietro", per il "Fondo Discrezionale del Santo Padre", i quali "mantengono la loro finalità", e per ciascuno dei "Fondi Intitolati" che abbiano un particolare vincolo di destinazione. Importante anche la specifica che "le spese e gli altri atti di disposizione a valere sul sottoconto Fondo Discrezionale del Santo Padre possono compiersi solo su Sua personale decisione".

    I restanti due articoli disciplinano rispettivamente, il 3 il controllo e la vigilanza economico-finanziaria da parte della Segreteria per l'Economia su tutti gli enti, "inclusi quelli finora sotto il controllo della Segreteria di Stato", e il 4 la funzione dell'Ufficio Amministrativo della Segreteria di Stato, sostanzialmente ridimensionato, che "mantiene esclusivamente le risorse umane necessarie per effettuare le attività relative alla propria amministrazione interna, alla preparazione del proprio bilancio preventivo e consuntivo e alle altre funzioni non amministrative espletate finora".

    Sul rivolgimento operato da papa Bergoglio, che procede nel senso della maggiore trasparenza e dell'efficacia dei controlli, anche sull'uso delle donazione dei fedeli, pesano con chiara evidenza gli scandali e le inchieste giudiziarie sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, compresa l'"opaca" acquisizione dell'immobile di Sloane Avenue a Londra. "Sarebbe ipocrita affermare che non hanno pesato - dice a Vatican News il presidente dell'Apsa, mons. Nunzio Galantino -. Di sicuro il Papa aveva già tracciato una strada, ma la vicenda dell'immobile londinese ha aiutato a far comprendere quali fossero i meccanismi di controllo da rafforzare. Ci ha fatto capire molte cose: non solo quanto abbiamo perso - un aspetto questo che stiamo ancora valutando - ma anche come e perché lo abbiamo perso". Infine, per quanto riguarda l'Obolo di San Pietro, "il Papa ha sempre chiesto che vi fosse una distinzione più marcata rispetto ad altri fondi disponibili, legata fondamentalmente alle sue indicazioni".

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