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Processo immobili Ior, confiscati 25 milioni di euro a Liuzzo

Processo immobili Ior, confiscati 25 milioni di euro a Liuzzo

Il legale era stato condannato insieme all'ex presidente Caloia

CITTÀ DEL VATICANO, 05 marzo 2022, 18:38

Redazione ANSA

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(di Fausto Gasparroni) La Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano ha confermato oggi il provvedimento di confisca di prevenzione di circa 25 milioni di euro disposto il 9 luglio 2020 dal Giudice Unico e ribadito il 21 gennaio 2021 dal Tribunale Vaticano nei confronti dell'avvocato Gabriele Liuzzo, coinvolto, insieme all'ex presidente dell'Istituto Angelo Caloia e a Lelio Scaletti, l'ex direttore generale morto nel 2015, nel processo di dismissione del patrimonio immobiliare dello Ior.
    L'ex presidente Caloia e l'avv. Liuzzo erano stati condannati in primo grado a otto anni e 11 mesi di reclusione per i reati di peculato e appropriazione indebita ai danni dell'Istituto per le Opere di Religione e condannati a risarcirgli i danni conseguenti alle proprie condotte, insieme al figlio di Gabriele Liuzzo, l'avvocato Lamberto Liuzzo, a sua volta condannato a cinque anni e due mesi per riciclaggio.
    Parallelamente al processo penale, l'Ufficio del Promotore di Giustizia vaticano, rappresentato dal Pg Gian Piero Milano, dagli aggiunti Alessandro Diddi e Roberto Zannotti e dall'applicato Gianluca Perone, aveva avviato il procedimento per l'applicazione della "confisca di prevenzione", una misura inserita nell'ordinamento vaticano con una norma entrata in vigore nel 2018 - ricorda lo Ior - che ha segnato la conclusione del processo di adeguamento della legislazione vaticana ai più moderni sistemi normativi per la prevenzione e repressione dei patrimoni di illecita provenienza.
    Con la pronuncia di oggi la Corte di Cassazione - composta dai cardinali Dominique Mambertì, Leonardo Sandri e Giuseppe Versaldi -, nel confermare l'operato dell'Ufficio del Promotore, ha applicato per la prima volta le nuove disposizioni.
    "Entrambi i procedimenti seguono a una attenta verifica interna voluta dalla nuova gestione dello Ior - si legge in una nota -, cui è seguita una denuncia alla magistratura vaticana, che l'Istituto ha doverosamente presentato per reagire agli abusi subiti e tutelare il patrimonio della Chiesa che esso gestisce".
    Le somme oggi confiscate sono già state assicurate alla giustizia, essendo oggetto di sequestri eseguiti negli anni scorsi in Vaticano e nella Confederazione Elvetica.
    Con la sentenza del 21 gennaio 2021, per la prima volta il Tribunale vaticano condannava un presidente dello Ior per condotte in danno dell'Istituto, obbligandolo anche al risarcimento, in relazione alla vendita di 29 immobili di proprietà della "banca vaticana" e della società controllata Sgir. Secondo l'accusa, basata sulle indagini fatte nel 2014 dal gruppo Promontory, Caloia e Liuzzo, d'intesa con l'allora direttore generale dello Ior Lelio Scaletti, morto a fine 2015, avrebbero venduto tra il 2002 e il 2007 gli immobili a un prezzo di gran lunga inferiore al valore di mercato; si sarebbero poi appropriati della differenza, che in parte avrebbero riciclato in Svizzera, anche con l'aiuto del figlio di Liuzzo, professor Lamberto. Durante il processo, i periti hanno stimato nella misura di circa 34 milioni di euro la differenza tra quanto incassato dallo Ior e dalla Sgir e il valore di mercato degli immobili.
   

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