Il coraggio di Giuditta, la saggezza
di Salomone, la capacità di perdonare di Giuseppe. I personaggi
biblici possono parlare anche oggi, anzi "soprattutto oggi", se
le loro azioni vengono calate nella vita quotidiana di ciascuno.
Ne è convinta Costanza Miriano e ne parla ne "Il libro che ci
legge. La Bibbia come mappa del tesoro" (Sonzogno). Un libro
spirituale, pensato soprattutto per i credenti, ma anche per
tutti gli altri che vogliono cimentarsi nella lettura del 'libro
dei libri'.
Lo stile è quello ormai collaudato della scrittrice e
giornalista che mescola i più profondi messaggi delle Sacre
Scritture con la vita di ogni giorno, dalle liti con il capo
alle code nel traffico della città, dalla convivenza con i figli
adolescenti fino ai grandi dolori della vita che arrivano con
una malattia, un tradimento, la perdita di una persona cara.
Perché la Bibbia, secondo l'autrice, "parla di ciascuno e a
ciascuno". E allora Costanza Miriano 'affibbia' un personaggio
biblico ad ognuno dei suoi amici, chiamati sempre in causa nei
suoi libri, per mostrare che una via d'uscita da guai e angosce
è sempre possibile.
La scrittura di Miriano è leggera, a tratti divertente, ma
mai superficiale: con il suo 'monastero wi-fi', anche questo un
titolo irriverente per una iniziativa spirituale molto seria, da
anni insieme ad un gruppo di amiche e amici coinvolge migliaia
di persone in incontri di preghiera in tutta Italia, un paio dei
quali si sono svolti anche nella basilica di San Pietro.
Per la giornalista anche per un cristiano cimentarsi nella
lettura profonda della Bibbia non è sempre facile. "Ci sono i
casi più gravi, tipo me, che con la Bibbia ogni giorno ci litigo
- ammette la scrittrice cattolica - perché vorrei usarla un po'
come il libro delle risposte o come i biscottini cinesi della
felicità, ma senza le calorie" e "questo è esattamente il modo
in cui non bisogna usare la Parola di Dio". Invece la via è
quella di decidere che può essere una bussola.
La giornalista racconta alcuni personaggi della Bibbia
cercando l'essenza delle loro storie con un linguaggio davvero
comprensibile a tutti. E indica che le loro vicissitudini
possono aiutare a "dissipare i nostri dubbi" e a "orientarci tra
le mille difficoltà del quotidiano". Insomma in figure
apparentemente così lontane, da Mosé a Susanna, da Ester a
Rebecca, "troviamo lo specchio di noi stessi". Ma nessuna
formula magica perché "Dio non ci aggiusta i progetti, non ci fa
diventare ricchi né rimorchiare: non risolve i problemi, ma
cambia il nostro modo di starci".
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