(di Manuela Tulli) Oltre 4mila immobili, la maggior parte dei quali sono ubicati a Roma.
Ma alcune unità sono anche in Francia, Svizzera e Regno Unito.
La metà sono ad
uso residenziale ma ci sono anche locali, per lo più affittati,
ad uso commerciale, garage e biblioteche, conventi e catacombe,
stalle e cabine elettriche. E' la fotografia degli immobili del
Vaticano così come emerge dall'ultimo bilancio dell'Apsa,
l'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
Un bilancio che nel 2022 ha visto complessivamente un
peggioramento del risultato operativo, a causa delle incertezze
causate dal conflitto in Ucraina come l'aumento dei prezzi
dell'energia. La flessione però ha interessato il comparto
mobiliare mentre quello degli immobili ha tenuto e in parte
compensato il calo. Questo grazie anche ai primi frutti della
nuova politica nel settore.
Si cominciano ad archiviare i tempi nei quali la 'casa in
Vaticano' era sinonimo di privilegio assoluto; l'Apsa oggi,
grazie alle novità volute da Papa Francesco, ha cominciato per
esempio a porre un freno sugli affitti gratuiti, gli spazi degli
uffici esagerati, gli immobili lasciati sfitti perché privi di
manutenzione. Proprio sul fronte dei locali sfitti è stata fatta
una massiccia operazione, divisa in maxilotti, di
ristrutturazione per metterli sul mercato. Come anche sono stati
destinati alla locazione gli spazi liberati grazie al
ridimensionamento dei mega uffici, dove in alcuni casi sono
state ridimensionate finanche le scrivanie.
Ma ecco la fotografia aggiornata degli immobili vaticani. Il
numero di unità è pari a 4.072 con una superficie commerciale di
circa 1,47 milioni di mq. Per quanto riguarda la distribuzione
territoriale in Italia, il 92% delle superfici degli immobili è
localizzato nella Provincia di Roma, il 2% è collocato nelle
province di Viterbo, Rieti e Frosinone, il restante 2% a Padova
(Basilica del Santo), il 2% ad Assisi e il restante 2%
distribuito in altre 25 provincie Italiane. Nel dettaglio della
città di Roma, la maggiore concentrazione riguarda le zone
immediatamente adiacenti lo Stato Città del Vaticano.
Il 19% degli immobili è affittato a libero mercato, il 12% a
canone agevolato, il 69% a canone nullo. L'ultimo bilancio
rileva tuttavia un aumento dei ricavi immobiliari, a partire dai
canoni di affitto, "grazie ad un sostanziale ritorno alla
normalità dopo la fine degli effetti della pandemia". Fino al
2021 l'Apsa per sostenere le attività commerciali che erano in
affitto in locali della Santa Sede ha accordato uno sconto sui
canoni tra il 30% ed il 50% e ha concesso dilazioni nel
pagamento di una ulteriore parte variabile tra il 20 ed il 30%.
Infine il capitolo tasse: per l'anno d'imposta 2022 sono
stati versati allo Stato italiano 6,05 milioni di euro per Imu e
2,91 milioni di euro per Ires; di cui, per la sola Apsa, 4,65
milioni per Imu e 2,01 milioni per Ires. Al tal proposito il
presidente dell'Apsa, mons. Nunzio Galantino, sottolinea: "La
trasparenza di numeri, risultati conseguiti e procedure definite
è uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per
allontanare, almeno in chi è libero da preconcetti, infondati
sospetti riguardanti l'entità del patrimonio della Chiesa, la
sua amministrazione o l'adempimento dei doveri di giustizia,
come il pagamento di imposte dovute e di altri tributi".
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