(di Fausto Gasparroni)
"Il Collegio
cardinalizio è chiamato ad assomigliare a un'orchestra
sinfonica, che rappresenta la sinfonicità e la sinodalità della
Chiesa". Papa Francesco lo dice nel Concistoro - il nono del suo
pontificato - in cui crea 21 nuovi cardinali "di tutte le parti
del mondo, delle nazioni più diverse", rappresentativi di una
"Chiesa Madre, che parla in tutte le lingue, che è una ed è
cattolica".
"Una sinfonia vive della sapiente composizione dei timbri dei
diversi strumenti - sottolinea nell'omelia -: ognuno dà il suo
apporto, a volte da solo, a volte unito a qualcun altro, a volte
con tutto l'insieme. La diversità è necessaria, è
indispensabile. Ma ogni suono deve concorrere al disegno
comune".
"Cari fratelli e sorelle, ci fa bene rispecchiarci
nell'immagine dell'orchestra, per imparare sempre meglio ad
essere Chiesa sinfonica e sinodale", esorta alla vigilia del
Sinodo dei vescovi che si confronterà proprio sul tema della
sinodalità.
Tra i nuovi cardinali, cui il Papa ricorda di essere
"evangelizzatori evangelizzati, non funzionari", e che
ritraggono una Chiesa sempre più rivolta alle periferie,
comunque sempre meno euro-centrica (tre gli italiani), 18 sono
quelli con diritto di voto in un futuro Conclave: Robert Francis
Prevost, prefetto del dicastero per i Vescovi; Claudio
Gugerotti, prefetto per le Chiese orientali; Victor Manuel
Fernandez, prefetto per la Dottrina della Fede; Emil Paul
Tscherrig, nunzio in Italia; Christophe Louis Yves Georges
Pierre, nunzio negli Usa; Pierbattista Pizzaballa, patriarca
latino di Gerusalemme (primo cardinale residente nella Città
Santa); Stephen Brislin, arcivescovo di Città del Capo; Angel
Sixto Rossi, arcivescovo di Cordoba (Argentina); Luis José Rueda
Aparicio, arcivescovo di Bogotá; Grzegorz Rys, arcivescovo di
Lodz; Stephen Ameyu Martin Mulla, arcivescovo di Juba (primo
cardinale del Sud Sudan); José Cobo Cano, arcivescovo di Madrid;
Protase Rugambwa, arcivescovo coadiutore di Tabora (Tanzania);
Sebastian Francis, vescovo di Penang (Malaysia); Stephen Chow
Sau-yan, vescovo di Hong Kong; François-Xavier Bustillo, vescovo
di Ajaccio; Americo Manuel Alves Aguiar, ausiliare di Lisbona e
vescovo eletto di Setubal; Angel Fernandez Artime, rettor
maggiore dei Salesiani.
Ad essi si aggiungono tre ultra-ottantenni: Agostino
Marchetto, già nunzio apostolico e segretario emerito del
Pontificio consiglio per i migranti; Diego Rafael Padron
Sanchez, arcivescovo emerito di Cumaná (Venezuela); Luis Pascual
Dri, confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei,
Buenos Aires, quest'ultimo, 96/enne, assente dalla cerimonia per
motivi di salute: la berretta, l'anello e il titolo gli saranno
consegnati dal nunzio apostolico.
Alla cerimonia in Piazza San Pietro assistono le delegazioni
ufficiali dei Paesi di provenienza, quella italiana guidata dal
ministro Matteo Piantedosi. C'è anche il presidente della
Camera, Lorenzo Fontana. Per Pizzaballa vengono delegazioni
dalla Giordania e dalla Palestina, non da Israele.
Il Papa presiederà la messa con i nuovi cardinali il 4
ottobre, all'inizio del Sinodo sulla sinodalità, per il quale
stasera si celebra la veglia ecumenica di preghiera ("purifichi
la Chiesa dalle chiacchiere, dalle ideologie e dalle
polarizzazioni", auspica Francesco). Con le nuove porpore, il
Collegio cardinalizio risulta oggi composto di 242 cardinali, di
cui 137 elettori (ben oltre il limite di 120 fissato da Paolo VI
e confermato da Giovanni Paolo II) e 105 ultra-ottantenni. Tra
gli 'elettori' la grande maggioranza, pari a 99 porporati, è
composta da quelli creati da Francesco, mentre 29 sono stati
creati da Benedetto XVI e nove da San Giovanni Paolo II.
I 99 cardinali creati da Bergoglio superano consistentemente
la quota dei due terzi necessaria ad eleggere il Papa in un
Conclave. "Nel Collegio Cardinalizio sono rappresentati sette
continenti con 91 Paesi, 71 dei quali hanno cardinali elettori",
specificano le statistiche sul Sacro Collegio, a testimonianza
della sua sempre maggiore universalità.
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