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Giovani preoccupati del presente, una indagine dei Salesiani

Giovani preoccupati del presente, una indagine dei Salesiani

I risultati di una ricerca dello Iusve con Ipsos

ROMA, 30 gennaio 2025, 13:19

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Guardano al futuro e desiderano dare un contributo fattivo nel disegnarlo ma, contestualmente, non si nascondono le difficoltà del presente. È questa una delle principali 'istantanee' che emergono da un'indagine svolta da Ipsos in collaborazione con l'Osservatorio Iusve "Giovani e futuro", che ha coinvolto un campione rappresentativo di 2.000 giovani italiani d'età compresa tra i 16 e i 26 anni. Lo riferisce una nota dei Salesiani di Mestre.
    Il 63% degli intervistati si dice "ottimista" o "abbastanza ottimista" per il futuro; il 37% è invece "pessimista". I capisaldi per affrontare le sfide restano la "famiglia" (51% di risposte) e "l'amore e la vita affettiva" (46% di risposte). Il 43% teme di "non riuscire a realizzare i miei obiettivi di vita", o di "non avere un lavoro che mi permetta di essere economicamente indipendente" con il 42% di risposte.
    Il 66% degli intervistati afferma che la propria vita reale è distante (molto o abbastanza) dalla propria vita ideale. Il 61% si dice determinato (anziché "non determinato", con il 39%), il 59% sereno (contro il 41% di chi si dice preoccupato), il 58% capace di adattarsi alle situazioni (contro "incapace di adattarsi alle situazioni", con il 42%), il 52% felice (contro il 48% di infelici) e il 51% ottimista (rispetto al 49% di pessimisti).
    Se il 56% dei rispondenti 16-26enni, infatti, ritiene che i giovani di oggi abbiano "più problemi" di quelli di ieri (rispetto al 33% che nel confronto intergenerazionale vede "uguali problemi" e all'11% "meno problemi"), la quota di chi nel confronto con i genitori vede più opportunità (42%) e meno opportunità (43%) è pressoché identica; comunque il 40% dei giovani intervistati pensa che nel futuro avrà una situazione migliore (a livello economico, di reddito e di lavoro) migliore rispetto a quella dei genitori, contro il 18% di chi pensa sarà peggiore e il 27% di chi reputa sarà uguale.
    Tra i dati emerge ancora che il 75% degli intervistati indica di conoscere "bene" o "abbastanza bene" il concetto di sostenibilità e il 60% pensa di poter dare un contributo a una maggiore sostenibilità.
    "I giovani adulti che emergono dall'indagine - afferma Davide Girardi, responsabile dell'Osservatorio Iusve "Giovani e futuro" - sono ben consapevoli delle sfide che li attendono nei prossimi anni e non si aspettano alcuno sconto. D'altra parte, però, sono anche consci che farcela in assenza di un investimento pubblico nelle loro competenze e nelle loro potenzialità è molto più arduo. In questo senso, rappresentano per un verso la volontà di essere protagonisti del cambiamento, soprattutto sul tema della sostenibilità e dell'intelligenza artificiale, ma non si nascondono il timore di fallire. Questo timore va preso sul serio, anche alla luce del disinvestimento nei propri giovani che il Paese ha dimostrato nel corso degli anni e della contrazione demografica che vede proprio la componente giovanile, quella più strategica per il futuro, ridursi in modo più che evidente e pericoloso per il futuro del Paese stesso".
   
   

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