Le strade di Roma e
quelle del più piccolo Stato del mondo, il Vaticano, fanno da
sfondo ad un romanzo che racconta la Chiesa e la sua necessità
di guardare al mondo di oggi. La storia è quella di una
vaticanista tedesca chiamata a svolgere una missione speciale ed
è al centro de "Il diamante di Kimberley" di Elisabetta Lo
Iacono (Giovane Holden Edizioni).
Mentre si trova in vacanza, Christine Hoffmann, vaticanista
di origine tedesca, è raggiunta da una telefonata che la convoca
urgentemente in Vaticano dove la attende un alto prelato.
Impossibile ignorare la chiamata. Durante il viaggio di rientro
a Roma dalla Sardegna, Christine non può fare a meno di
chiedersi per quale motivo sia stata contattata. È una
giornalista molto apprezzata, capace e riservata. Ma può essere
sufficiente per una convocazione di tale portata? In Vaticano,
la attende una persona che la conosce bene e che decide di
affidarle un incarico molto delicato e riservato. Suo compito,
con decorrenza immediata, sarà quello di raccogliere, e
soprattutto cogliere, elementi essenziali che possono e devono
costituire una solida base di riflessione per la Chiesa sul tema
della fede nelle tante sfide dell'oggi. Per Christine ha inizio
un viaggio indimenticabile, dove ogni tappa rappresenterà
soprattutto una straordinaria esperienza di incontro e di
conoscenza dell'animo umano.
Questa è la trama di un romanzo che ha uno stile narrativo
originale, molto centrato sui particolari dell'animo umano. Ma a
caratterizzare il libro è anche la profonda conoscenza dei
luoghi in cui si svolge. E' "un'opera di fantasia", precisa
l'autrice, ma la descrizione di personaggi, luoghi e avvenimenti
richiama proprio la vita quotidiana di chi frequenta, anche solo
per lavoro come i giornalisti, il mondo che c'è all'interno
delle mura leonine. Elisabetta Lo Iacono, infatti, è stata a
lungo giornalista a Roma dove ha insegnato comunicazione al
Seraphicum (la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura) e
ha scritto diversi saggi sulla Chiesa, il Vaticano e il mondo
dei francescani.
Nella narrazione trovano spazio temi e riflessioni propri del
pontificato di Papa Francesco e soprattutto la sua "Chiesa in
uscita", fatta da tanti religiosi di frontiera, che vuole andare
incontro anche a chi è lontano. Ed è uno di questi religiosi che
ad un certo punto della narrazione dice alla giornalista
protagonista del racconto: "Sa cosa penso? Sono certo che Dio, e
questa è una vera grazia, non ci giudicherà con lo stesso metro
di cui ci siamo impossessati noi per dare giudizi sugli altri.
Sarà molto più clemente, guarderà alla ricchezza della persona e
i peccati saranno giudicati e perdonati alla luce di quanto
accade al fondo di quel cuore, magari in tempesta".
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